L’oro continuerà ad essere influenzato dall’andamento dei rendimenti dei titoli del tesoro e dei titoli azionari statunitensi. Un ulteriore deterioramento dei rendimenti del tesoro aumenterà i timori di una recessione, spingendo il mercato dell’oro, come del resto un altro calo della propensione al rischio.
Lunedì i future sull’oro sono in rialzo, poco prima dell’apertura della sessione regolare. Il metallo è sostenuto dalla minore propensione al rischio dovuta alle preoccupazioni relative a una potenziale recessione negli Stati Uniti; il leggero aumento dei rendimenti dei titoli del tesoro statunitensi e il piccolo rimbalzo delle borse USA ha comunque frenato il mercato dell’oro.
Alle 09.52 GMT i future sull’oro Comex in scadenza a giugno si attestano a $ 1.323,20, in rialzo di $ 4,50 (+0,34%).
Il calo nei rendimenti dei titoli statunitensi è il carburante che spinge il metallo prezioso; il calo veniva innescato dagli annunci accomodanti fatti dalla Federal Reserve statunitense la scorsa settimana, che ha lasciato invariati i tassi d’interesse e ha affermato che per il 2019 non ci sarebbero ulteriori rialzi dei tassi. La Fed ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di crescita degli USA per l’indebolimento delle economie globali.
Venerdì i rendimenti scendevano ulteriormente, dopo che i dati hanno mostrato che la produzione tedesca si è ulteriormente contratta a marzo, confermando i timori che le irrisolte controversie commerciali stiano ulteriormente rallentando la più grande economia europea.
Il forte calo dei rendimenti del titolo del tesoro ha invertito la curva dei rendimenti quando il rendimento dei tioli a 10 anni scendeva sotto il rendimento dei titoli a tre mesi per la prima volta dalla metà del 2007. Studi storici dimostrano che questa inversione potrebbe essere il segnale di una futura recessione e gli investitori ne hanno tenuto conto. Come conseguenza i mercati asiatici e statunitensi sono crollati, spingendo gli investitori verso il rifugio sicuro dell’oro.
Nel suo intervento durante la conferenza di Credit Suisse Investment di Hong Kong, il presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, ha fatto una serie di osservazioni sulla politica della Fed e sull’economia degli Stati Uniti. Ecco i punti salienti:
Evans ha detto che l’economia degli Stati Uniti è in una posizione di forza, aggiungendo di non essere preoccupato per l’inflazione e che il tasso sui fondi federali è probabilmente vicino alla neutralità. Ha continuato dicendo che a questo punto la politica monetaria non è né accomodante né restrittiva e che l’inversione della curva di rendimento è molto stretta.
Soprattutto Evans ha detto che per la Fed è un buon momento per prendersi una pausa e andarci cauti, anche se l’economia è comunque solida. I suoi sono stati tra i primi commenti seguiti alla decisione della Fed di mettere la parola fine alla stretta monetaria, dopo aver abbandonato i piani per ulteriori rialzi dei tassi nel 2019.
L’oro continuerà ad essere influenzato dall’andamento dei rendimenti dei titoli del tesoro e dei titoli azionari statunitensi. Un ulteriore deterioramento dei rendimenti del tesoro aumenterà i timori di una recessione, spingendo il mercato dell’oro, come del resto un altro calo della propensione al rischio. La dimensione e la durata del rialzo potrebbero essere determinate da quanti soldi gli investitori rialzisti sono disposti a scommettere sulle probabilità di una recessione. Secondo i dati della U.S. Commodity Futures Trading Commission, gli investitori hanno aumentato le loro scommesse rialziste sull’oro COMEX nella settimana fino al 19 marzo, dopo aver ridotto le posizioni per quasi un mese.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.