Tradotto con IA
L’Indice del Dollaro USA (DXY) ha continuato il suo declino nelle prime negoziazioni, mantenendosi intorno a 98,78, poiché le preoccupazioni fiscali e il downgrade del rating creditizio hanno influito negativamente sul sentiment. I mercati statunitensi sono chiusi oggi per la festa del Memorial Day, con volumi limitati.
Il dollaro affronta venti contrari a causa delle crescenti preoccupazioni sul deficit statunitense. La proposta del “One Big Beautiful Bill”, sostenuta dall’ex Presidente Trump, potrebbe incrementare il deficit di 3,8 miliardi di dollari, principalmente a causa delle agevolazioni fiscali, secondo il Congressional Budget Office.
Il senatore statunitense Ron Johnson ha avvertito che il deficit di 2,2 trilioni di dollari è “completamente inaccettabile” e ha segnalato una resistenza alla proposta di legge in assenza di tagli alla spesa.
Moody’s ha declassato il rating creditizio degli Stati Uniti da Aaa a Aa1, citando l’aumento dei costi del debito e l’espansione delle prestazioni sociali. L’agenzia prevede che il debito federale raggiungerà il 134% del PIL entro il 2035, rispetto al 98% del 2023, con un deficit che si amplierebbe fino a circa il 9% del PIL.
I funzionari della Fed rimangono cauti, citando le incertezze commerciali e il rischio di stagflazione. I prossimi dati economici e gli aggiornamenti sulle tariffe saranno fondamentali per la prossima mossa del dollaro.
L’Indice del Dollaro USA (DXY) mostra una debolezza persistente, scambiandosi a 98,78, con una tendenza ribassista costante visibile su un grafico a 4 ore. Il prezzo ha rotto diversi livelli di supporto, con la EMA a 50 periodi a 99,89 e la EMA a 200 periodi a 100,62 che esercitano una notevole resistenza.
Una linea di tendenza discendente evidenzia il momentum ribassista, rafforzato da massimi e minimi decrescenti. I livelli chiave da monitorare sono un supporto immediato nei pressi di 98,51 e, se rotto, ulteriori pressioni ribassiste potrebbero portare a 97,93 o 97,37. Al contrario, un rimbalzo al di sopra di 99,17 potrebbe mettere in discussione la resistenza intorno a 99,98.
I cambi GBP/USD sono in forte rialzo, avvicinandosi a una resistenza nei pressi del livello 1,3650 su un grafico a 2 ore. Questo rally è sostenuto da una solida serie di massimi e minimi crescenti, che suggeriscono un momentum bullish. I cambi operano comodamente al di sopra della EMA a 50 periodi (1,3450) e della EMA a 200 periodi (1,3348), entrambe fornendo un supporto dinamico.
I livelli di estensione di Fibonacci indicano obiettivi chiave, evidenziando 1,3632 e 1,3748 come possibili target rialzisti. Tuttavia, le recenti candele si stanno formando in un range ristretto, suggerendo un possibile esaurimento o una fase di consolidamento.
I trader dovrebbero monitorare un breakout chiaro al di sopra di 1,3632 per una mossa di continuazione, mentre una correzione per testare nuovamente il supporto della linea di tendenza nei pressi di 1,3445 potrebbe rappresentare un’opportunità di acquisto.
Il cambio EUR/USD sta salendo, testando il limite superiore di un canale ascendente su un grafico a 4 ore. Attualmente scambiato a 1,1410, il prezzo sta spingendo contro una resistenza a 1,1437, con un potenziale breakout imminente.
Il cambio è ben supportato dalla EMA a 50 periodi a 1,1289 e dalla EMA a 200 periodi a 1,1219. La struttura evidenzia una serie di minimi e massimi crescenti, indicativi di un forte momentum bullish.
Tra i livelli chiave da osservare vi sono un supporto immediato a 1,1353 e una resistenza a 1,1526 qualora il breakout si concretizzasse. Per i trader, una rottura netta al di sopra di 1,1437 potrebbe aprire la strada verso 1,1526, mentre un fallimento nel rompere tale livello potrebbe portare a una fase di consolidamento all’interno del canale.
Arslan è un MBA in finanza e possiede anche una laurea MPhil in finanza comportamentale. Esperto in analisi finanziaria e psicologia degli investitori, Arslan utilizza il suo background accademico per offrire preziose intuizioni sul sentiment di mercato e sulla probabilità che gli strumenti siano sovraacquistati o sovrasvenduti.