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Un’ Introduzione ai Dati Economici Fondamentali

Da:
FX Empire Editorial Board
Aggiornato: Mar 5, 2019, 16:27 UTC

Un’ Introduzione ai Dati Economici Fondamentali I dati economici fondamentali sono senza dubbio da considerarsi tra gli inputs più significativi

Un’ Introduzione ai Dati Economici Fondamentali

Un’ Introduzione ai Dati Economici Fondamentali

I dati economici fondamentali sono senza dubbio da considerarsi tra gli inputs più significativi nell’influenzare l’andamento generale dei prezzi giacché funzionari statali, banchieri centrali e attori di mercato se ne servono per valutare lo stato di salute dell’economia, determinare la direzione delle politiche monetarie e stimare la proficuità di un investimento.

Come abbiamo già detto in precedenza l’importanza rivestita da ogni rapporto varierà in concomitanza con il variare del generale quadro economico, del corrente focus di mercato e di altri fattori. Dovrete quindi sempre tenere a mente come il mercato interpreti i dati in uscita solo ed esclusivamente in relazione al più ampio panorama economico. Se il quadro economico generale di un Paese X sarà percepito come promettente, un dato indicante una forte crescita economica rafforzerà la suddetta opinione, mentre un dato deludente stimolerà una reazione negativa.

Tuttavia è importante che ricordiate come la reazione di mercato al rilascio di un dato sia spesso e volentieri più importante del dato stesso.

I Dati Economici: Economia 2.0 per i Trader Valutari

Se siete dei trader o aspirate a divenirlo avrete sicuramente nozioni di economia tali da permettervi di conoscere la maggior parte dei dati economici come l’indice dei prezzi al consumo (IPC) o il tasso di disoccupazione, tuttavia non è detto che sappiate combinarli opportunamente in modo da avere un’idea chiara del quadro generale. Costruire un modello che possa aiutarvi a leggere e analizzare i dati in prospettiva in modo da prevedere le possibili reazioni di mercato si rivela quindi quantomeno necessario. Quanto prima riuscire a determinare l’importanza di un dato rapporto e tanto più rapida sarà la vostra capacità di reagire.

Il Mercato del Lavoro

La ragione per cui abbiamo posizionato proprio l’occupazione al primo posto è semplice e banale: l’andamento del mercato del lavoro risulta fattore chiave nel valutare le prospettive a medio e lungo termine di ogni economia. Più posti di lavoro si tradurranno inevitabilmente in un numero più elevato di stipendi che a sua volta implicherà un aumento dei consumi e pertanto un’espansione dell’attività economica. Se il mercato occupazionale si mostrasse stagnante o debole, le prospettive di crescita economica a lungo termine tenderanno di norma ad una contrazione. Ogni segnale di crescita economica che non sia accompagnato da un miglioramento del mercato del lavoro dovrà essere quindi guardato con sospetto. L’occupazione insieme alla crescita economica è infatti elemento di primaria importanza nel determinare le variazioni dei tassi di interesse e nel valutare i flussi di investimento.

Inutile dire che un rafforzamento del mercato del lavoro è sempre visto come fattore positivo per la valuta di un Paese X in quanto foriero di una futura crescita economica e quindi di un probabile innalzamento dei tassi. Al contrario, un indebolimento del mercato del lavoro sarà da considerarsi fattore negativo per la valuta.

In questa senso un’ indicatore di riguardo è senza dubbio il rapporto mensile sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi (NPF-non-farm payrolls). Il rapporto NPF suole attirare l’attenzione di speculatori e investitori già diversi giorni prima della sua pubblicazione. Per capire quale sia l’importanza rivestita da questo rapporto vi basterà sovrapporre l’andamento storico del dato a quello dei mercati azionari per rendervi facilmente conto di come i due tendano a muoversi in tandem.

Un’ Introduzione ai Dati Economici Fondamentali
Un’ Introduzione ai Dati Economici Fondamentali
Source: Hidden Levers via Business Insider

I consumi

Se all’occupazione spetta la medaglia d’oro, quella d’argento va senza dubbio ai consumi. Vi basti pensare che in un’economia sviluppata i consumi personali incidono per il 60-70% dell’intero PIL annuo. I consumi personali (anche consumi privati o spese personali) sono indicatore atto a misurare gli attuali volumi di spesa dei consumatori e a fornire una proiezione a breve termine. In poche parole l’andamento dei consumi risulta fattore chiave nel valutare le prospettive di crescita economica a breve termine.

Il Settore Imprenditoriale

Nel valutare il generale andamento di un’economia la medaglia di bronzo spetta invece ad aziende, imprese e società che contribuiscono direttamente alla crescita economica attraverso le spese in conto capitale (investimenti, beni immobili, software e attrezzature tecniche) ed indirettamente mediante assunzioni, incremento della produzione ed investimenti.

Non mancate quindi di prestare attenzione agli indici di attività del settore manifatturiero ed industriale per aver un’idea generale delle performance di consumi, produzione e occupazione. Non dimenticate poi come il settore manifatturiero o le esportazioni rivestano un ruolo assai più significativo in gran parte delle altre principali economie mondiali che negli Stati Uniti, dove per esempio il settore manifatturiero incide solo per il 10-15% del PIL contro il 30-40% delle altre economie come Giappone o Germania. Pertanto la produzione industriale giapponese tenderà ad avere un impatto maggiore sullo yen di quanto la produzione industriale statunitense possa avere sul dollaro.

Dati strutturali

Gli indicatori strutturali sono rapporti atti a fornire un quadro del generale andamento economico e pertanto sono di sovente utilizzati quali indicatori per eccellenza nel determinare l’andamento di una valuta in particolar modo dai trader a medio o lungo termine. I principali rapporti strutturali sono: inflazione, crescita, bilancia commerciale e bilancia fiscale.

– Tasso d’Inflazione: i dati sull’inflazione ci permettono di sapere se i prezzi di una determinata economia stanno aumentando o diminuendo e a quale velocità. L’inflazione può quindi ritenersi importante indicatore nel valutare future variazioni dei tassi di interesse e determinante fondamentale per il valore di una valuta.

– PIL: l’indicatore della crescita economica per eccellenza è indubbiamente il prodotto interno lordo. Questo rapporto ci permette di sapere se l’economia di un dato Paese si sta espandendo o contraendo e a quale velocità. La crescita è indubbiamente un altro input fondamentale nel determinare la politica monetaria di una banca centrale nonché le sue decisioni in materia di tassi d’interesse.

– Bilancia Commerciale: la bilancia commerciale ci permette di sapere se un paese sta importando più o meno di quanto esporti. Le valute dei paesi che registrano un deficit commerciale (ovvero dei paesi le cui importazioni superano le esportazioni) tendono ad indebolirsi, la valuta X viene infatti venduta per acquistare merci estere. Le valute dei paesi che vantano un surplus commerciale (ovvero dei paesi in cui le esportazioni eccedono le importazioni) sono invece solite apprezzarsi giacché la valuta X suole essere acquistata dagli importatori.

– Bilancia Fiscale: la bilancia fiscale ci permette di conoscere l’ammontare del debito e del deficit di un dato Paese ed è di norma rapporto utilizzato dai mercati per determinarne il grado di stabilità finanziaria. Le valute dei paesi con debiti elevati tenderanno quindi a muoversi rapidamente al ribasso qualora l’intero grado economico mostrasse segni di indebolimento. Dalla Grande Crisi Finanziaria (2008-2009) debito e deficit hanno assunto un ruolo sempre più rilevante per i mercati valutari.

Comprendere e revisionare i dati storici

I dati economici non nascono dal nulla, ma hanno una storia questo significa che un rapporto di norma non è sufficiente a sviluppare un trend. Per comprendere meglio quanto appena detto ci avvarremo di un semplice esempio: ipotizziamo che le vendite al dettaglio tendono generalmente ad aumentare, dato per vero quanto appena detto se il rapporto mostrasse un calo improvviso sarebbe quindi naturale chiedersi se lo stesso indichi la fine di un trend tutto al positivo o se si tratti solo di una riduzione temporanea dovuta per esempio al persistere durante il mese di una serie di perturbazioni climatiche che avrebbero costretto i consumatori a rimanere a casa.

Sull'Autore

Il team di redattori di FXEmpire è formato da analisti professionisti con un'esperienza combinata di oltre 45 anni nei mercati finanziari, che copre molteplici settori come quelli dei mercati azionari, forex, materie prime, futures e criptovalute.

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