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Cosa aspettarsi dal 2026? Bolla AI, Difesa, Oro: Previsioni Stime

Da
Fabio Carbone
Pubblicato: Dec 28, 2025, 05:54 GMT+00:00
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Cosa aspettarsi dal 2026? Scoppierà la bolla dell'intelligenza artificiale? Gli investimenti in Difesa potrebbero arrestarsi con la pace in Ucraina. E previsioni sull'oro.

Cosa aspettarsi dal 2026

La domanda di fine anno è la stessa per tutti gli investitori: Cosa aspettarsi dal 2026? Scoppierà la bolla legata all’intelligenza artificiale (IA)? In che direzione andranno gli investimenti in difesa se la guerra tra Ucraina e Russia dovesse finire?

E l’oro, proseguirà la sua corsa oppure no? Proseguendo la lettura approfondiremo insieme alcuni dei fattori chiave che potrebbero portare in una direzione ribassista, o rialzista i mercati finanziari nel 2026.

Il settore della difesa nel 2026

La corsa al riarmo dell’Europa è scattata a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Un accordo di pace tra i belligeranti comporterà una correzione dei titoli della difesa, tuttavia andranno analizzati i termini dell’accordo.

Una pace basata su accordi deboli, o concessioni eccessive a favore di una sola parte, potrebbe aprire la strada a futuri conflitti armati.

In caso di accordo Russia-Ucraina, superato l’ipotetico sell-off dei titoli della difesa, bisognerà osservare le decisioni politiche (UE, NATO, ecc.) per capire quale sarà la direzione del comparto.

La Bolla dell’Intelligenza Artificiale (IA)

Ormai siamo anche un po’ stanchi di sentir parlare di bolla dell’IA. Un analista intervistato da Class Cnbc ha fatto notare che di solito non si è mai sentito parlare di “bolle annunciate”.

Un parallelo recente potrebbe risultare utile. Ricordiamo tutti che dopo la pandemia, a causa dell’impennata dei tassi di interesse e di una inflazione persistente, si è parlato di recessione negli Stati Uniti. Annunciata nel 2022 è stata rimandata prima al 2023 e poi al 2024, ma nei fatti non si è verificata una recessione dell’economia statunitense.

Neppure i dazi di “mister” Donald Trump nel 2025 sono stati capaci di affossare la (ancora) prima economia mondiale.

Gli investimenti proseguono a gonfie vele. Nvidia (NDVA) ha di recente annunciato un investimento da 20miliardi di dollari in Groq, società fondata nel 2016 da un ex ingegnere di Google, che si è specializzata nella produzione di unità di elaborazione del linguaggio più efficienti dal punto di vista energetico rispetto alle unità di elaborazione grafica di Nvidia.

Anche l’Unione Europea potrebbe giocare un suo ruolo nell’adozione, pur restando indietro nello sviluppo e produzione made in Europe di sue soluzioni tecnologiche.

E poi c’è la Cina, diretto competitor degli USA nell’ambito delle tecnologie avanzate.

Lo stato dell’economia USA

Gli analisti di Unicredit, intervistati da Milano Finanza, si attendono:

  • Pil USA 2026 +2% o +2,5%;
  • Disoccupazione sotto il 5%;
  • Inflazione sopra obiettivo del 2%;
  • Un solo taglio dei tassi di interesse da parte della Fed.

Tuttavia resta una criticità non da poco. Il record delle borse americane e la crescita del Pil del +4,3% nel terzo trimestre del 2025, non è sostenuto dal ceto medio e da chi ha un basso reddito. Eppure queste ultime due fasce sociali sono la stragrande maggioranza della popolazione.

L’inflazione core è al 2,9% e il reddito disponibile è aumentato nel terzo trimestre 2025 del solo 2,8%. Il tasso di risparmio dei cittadini statunitensi si è contratto del -4,2%, scrive L’Economia del Corriere della Sera.

Cresce il debito delle famiglie di 137miliardi di USD, i debiti subprime per l’acquisto delle auto hanno già portato alla crisi di un importante rivenditore di auto usate nel 2025. Cresce anche il debito sulle carte di credito e per la contrazione di mutui immobiliari.

Non va sottovalutato, infine, che negli USA 43milioni di studenti universitari accedono al mondo del lavoro già con un debito oneroso sulle spalle, quello legato al prestito per gli studi.

Criptovalute nel 2026: stime

Il ciclo delle criptovalute si è concluso nel 2025. Anche questa volta un record storico nel quarto trimestre (ad ottobre) dell’anno ha aperto le porte al “Crypto Winter”.

C’è ancora chi spera in un “rally”, ma su quali basi? Il driver più importante e recente per le crypto è stata l’elezione di Donald Trump a presidente degli USA nel novembre 2024. Trump si è convertito alle criptovalute per interessi personali e familiari.

Attenzione, anzi, alle elezioni di “mid-term” negli USA previste per novembre 2026. La caduta nei sondaggi di The Donald fa presagire che i democratici potrebbero guadagnare ampie fette del Congresso USA. Perdere la maggioranza al Congresso significherebbe non poter approvare leggi se non con ampi compromessi. Ipoteticamente potrebbero passare leggi anti-crypto promosse dai democratici.

La corsa dell’oro nel 2026

Sul finire del 2025 ancora record di prezzo per l’oro. La corsa appare inarrestabile, ma sarà davvero così?

Molto dipende dalle tensioni internazionali attualmente in corso. Sopra tutto la guerra in Ucraina, ma anche una escalation in Medio Oriente dove Israele potrebbe entrare di nuovo in frizione con l’Iran.

E poi i dazi degli USA e le mire espansionistiche della Cina che guarda a Taiwan come una sua proprietà.

Senza dimenticare il blocco navale delle forze armate statunitensi davanti le coste del Venezuela.

Anche l’indebolimento del dollaro favorisce l’oro, il quale è favorito anche dal nuovo corso della politica monetaria giapponese che potrebbe alzare i tassi di interesse dello yen fino all’1,75% entro il 2026.

Il venir meno di una o più criticità spingerà verso il basso le quotazioni dell’oro.

L’automotive nel 2026

Il comparto dell’automotive nel 2026 dovrebbe procedere a più velocità. Le criticità sono ben note. Mentre in Cina lo Stato sovvenziona pesantemente le nascenti società e queste ultime possono permettersi di vendere auto a basso costo, in Europa è evidente la difficoltà dei gruppi dell’automotive.

Le ragioni delle difficoltà non sono recenti. Prendiamo come modello la nipponica Toyota, che da lungo tempo ha puntato sull’ibrido in tutti i mercati in cui opera. Toyota ha compreso prima degli altri l’importanza del passaggio graduale (dai motori a combustione a quelli elettrici) e così ha sviluppato tra i migliori motori ibridi disponibili sul mercato. Ha saputo distribuire la produzione globalmente schivando i recenti dazi degli USA, ha organizzato una catena di fornitura capace di abbattere i costi perché spalmati su più piani industriali.

Toyota è il primo produttore e venditore di veicoli al mondo, ne produce un milione al mese e ne vende altrettanti.

In Europa la lungimiranza si è smarrita. Le grandi compagnie tedesche hanno preferito continuare a sviluppare motori a benzina e diesel che ora i cinesi, prima tra i principali acquirenti di auto tedesche, non acquistano più. In Cina, infatti, le politiche governative stanno favorendo l’acquisto di auto elettriche cinesi.

Dunque non è un problema solo di ritardo sull’elettrico, in Europa, il ritardo è sulla visione a 360 gradi del futuro del settore. I pasticci normativi dell’Unione Europea non hanno aiutato, ma l’esempio di Toyota (TM) dimostra che gli errori sono stati principalmente industriali.

Il Ftse Mib nel 2026

In generale le stime per il 2026 sono prudentemente ottimiste. Gli analisti non si attendono crescite eccezionali degli indici, tuttavia credono che essi continueranno a crescere a una cifra. Questo è il caso del Ftse Mib, il principale indice di Piazza Affari.

Concludendo. Cosa aspettarsi dal 2026?

Grande attenzione alla scelta del nuovo presidente della US Federal Reserve che da maggio 2026 succederà a Jerome Powell. Un nuovo presidente troppo influenzabile da Trump potrebbe minare l’indipendenza dei banchieri centrali.

L’oro appare inarrestabile nel sua corsa rialzista, ma tutti i rialzi sono destinati a fermarsi e a ritracciare.

Sull'Autore

Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.

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