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Come investire nel decennio della geopolitica turbolenta

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jul 28, 2024, 05:41 GMT+00:00

Come investire nel decennio della geopolitica turbolenta? Quali scenari attendersi e quali eventi potrebbero incidere sul nostro portafoglio?

Come investire nel decennio della geopolitica turbolenta

In questo articolo:

Come investire nel decennio della geopolitica turbolenta?

All’inizio del 2020 avevamo scritto un articolo che tentava di inquadrare il decennio appena iniziato, ed è inutile dire che appena un mese dopo la pandemia ha travolto qualsiasi previsione economico finanziaria fatta sul nuovo decennio.

In quell’inizio di anno molti indici azionari avevano raggiunto un picco storico o raggiunto livelli che non si vedevano da anni. La pandemia ha spazzato via in poche settimane i guadagni accumulati negli anni precedenti.

E proprio la pandemia ha segnato questo decennio inequivocabilmente, mettendo a nudo non soltanto la fragilità dell’umano davanti a un virus. La pandemia ha in qualche maniera scatenato, o comunque amplificato, le tensioni geopolitiche latenti e già in atto da tempo.

Il “risveglio” dalla pandemia è stato duro per l’Europa che si è ritrovata con una guerra alle sue porte che, per intensità e distruzione, è seconda soltanto al secondo conflitto mondiale.

E poi la volontà della Cina di riportare Taiwan sotto il suo controllo: con le buone o con le cattive.

Insomma, come investire nel decennio della geopolitica turbolenta? Non faremo previsioni, ma cercheremo di immaginarci scenari che non necessariamente si concretizzeranno. Tuttavia è bene che un investitore di medio-lungo periodo si tenga sempre pronto ad affrontare scenari imprevedibili.

La guerra in Ucraina e le possibilità di un allargamento

Sotto il profilo puramente militare l’obiettivo della Federazione Russa di conquistare l’Ucraina è fallito nel primo mese di conflitto, dunque a fine marzo del 2022.

L’incapacità di conquistare la capitale ucraina nonostante il massiccio dispiegamento di quasi 200mila militari, ha trasformato la guerra tra Ucraina e Russia in un conflitto di logoramento.

La guerra in Ucraina ha però un risvolto geopolitico che va oltre i due contendenti, quello in atto è un tentativo di riassetto degli equilibri mondiali: da una parte il cosiddetto “Occidente” e dall’altra la Cina con i suoi alleati.

La Russia, infatti, appare più come un grande satellite della Cina, mentre quest’ultimo ha saputo sviluppare la sua economia in settori chiave: aerospaziale; IT; manifatturiero; scientifico.

Piuttosto che guardare a un possibile allargamento del conflitto, quindi a uno scontro diretto tra paesi della NATO e la Russia, bisognerebbe guardare agli schieramenti geopolitici che si sono definiti dal 24 febbraio 2022 in poi:

  • L’amicizia illimitata tra Russia e Cina a più riprese confermata;
  • L’abbraccio tra il presidente russo e quello indiano a casa di quest’ultimo;
  • L’allargamento del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) a nuovi paesi, tra cui l’Iran;
  • Le triangolazioni della Turchia parte della NATO, ma che non ha accettato di imporre sanzioni alla Russia e intrattiene con quest’ultima rapporti politici ed economici stretti.

Il ruolo della Cina nel mondo

Da economia rurale a seconda potenza economica e militare del mondo, la Cina ha compiuto in gran parte il suo “miracolo economico”. Ora punta a un nuovo riassetto delle forze e lo fa scontrandosi in particolare con gli Stati Uniti.

La Cina è attivamente impegnata nell’espansione commerciale e militare nell’Oceano Pacifico; mentre in Africa è forte la penetrazione di sue aziende nei settori che più contano, a partire da quello dell’estrazione mineraria cruciale per la transizione energetica e per la produzione di auto elettriche.

Il governo cinese non sempre rispetta le regole del mercato libero e sostiene con ampi fondi alcuni settori industriali strategici. Si pensi, ad esempio, alle auto elettriche.

Ma la Cina è anche Taiwan. Nel senso che nella costituzione cinese è scritto che l’isola Stato è parte integrante del territorio cinese. Dunque, con le buone o le cattive Taiwan dovrà tornare alla Cina continentale. Questo in sintesi il pensiero del partito comunista cinese, e Xi Jinping anela ad essere ricordato come colui che ha compiuto la riunificazione.

Ci sarà guerra anche nel Mar Cinese? Gli Stati Uniti dimostrano una certa debolezza politica e ne parleremo subito dopo. Uno scivolamento degli USA verso il protezionismo potrebbe spingere la Cina a mettere in campo un piano di presa lampo di Taiwan entro la fine del decennio.

Non per ultimo, attenzione all’indebitamento del sistema cinese. Abbiamo visto cosa è accaduto nell’immobiliare cinese con il fallimento di due tra i più grandi sviluppatori di case del paese.

Gli Stati Uniti hanno esaurito il loro ruolo storico?

La Storia ci insegna che ciclicamente alcuni popoli e/o nazioni assumono nel mondo il ruolo di super potenza in grado di sovrastare molte altre economie mondiali. Mentre la Russia ha esaurito il suo ruolo con lo scioglimento dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno goduto di un trentennio di vuoto in cui hanno provato ad approfittarne.

Tuttavia le ultime elezioni presidenziali, più quella prevista per novembre 2024, ci mostrano la più antica unione di Stati in affanno e incapace di trovare candidati presidenziali giovani.

Gli USA continuano a essere una potenza spaziale e nel campo delle nuove tecnologie, sono energeticamente indipendenti (da anni non hanno più bisogno del petrolio del Medio Oriente per muovere i propri veicoli), eppure nel rapporto con il resto del mondo si dimostrano commercialmente ostili: gli USA non hanno imposto dazi commerciali soltanto alla Cina, ma anche ai beni prodotti dai paesi dell’Unione Europea.

L’ostilità si estende anche allo straniero che proviene dal Sud dell’America. Una ostilità che non tiene conto del fatto che almeno il 99% degli statunitensi ha discendenti provenienti da qualche altra parte del mondo.

Queste chiusure come evolveranno sul piano economico? Quali conseguenze per il settore finanziario? Difficile pronosticarlo, ma è bene esplorare queste dinamiche e il loro impatto sull’economia se si è investitori negli asset USA.

L’Unione Europea e il resto d’Europa

L’Unione Europea deve crescere attraversando e superando le tensioni distruttive al suo interno. Le forze politiche no-UE sono cresciute e possono portare i popoli a richiudersi nei loro confini nazionali.

Cosa accadrebbe all’economia UE se alle elezioni europee di giugno 2029 i partiti più estremisti dovessero prendere il sopravvento? La stabilità economica dell’UE, l’euro, sarebbero gravemente minacciati e con essi gli investimenti nel continente.

L’UE deve poi vedersela con mine vaganti come il presidente dell’Ungheria, ma il caso della Polonia che alle ultime elezioni politiche ha saputo cambiare e darsi un primo ministro europeista è un buon segno.

La Germania orfana di Angela Merkel deve ritrovarsi e anche la Francia è entrata in un tunnel di instabilità politica “all’italiana”.

Il Next Generation EU con i suoi fondi elargiti a gran parte dei paesi europei è e resta una ultima chiamata per innovare le infrastrutture. Perdere questa opportunità dovrebbe allarmare non poco gli investitori sulla capacità nell’UE di saper usare gli investimenti per creare nuova ricchezza.

Il Regno Unito post Brexit, invece, deve trovare un nuovo assetto. Non mancano anche qui le difficoltà politiche e lo si è visto con le elezioni di luglio 2024, quando i britannici hanno quasi fatto piazza pulita dei conservatori dando pieno mandato ai laburisti di Keir Starmer. Un fallimento dei laburisti getterà la sterlina e l’economia del paese in acque assai turbolente. All’opposto, se Starmer e i suoi sapranno individuare le giuste politiche da adottare potremo attenderci anche una moneta più forte come non accade dalla fine del 2015.

Per concludere: il Medio Oriente

Il Medio Oriente è un “pezzo di terra senza pace”. Dalla guerra tra Egitto e Israele negli anni ‘70, passando per la guerra tra Iran e Iraq del 1980, fino a giungere all’attuale scenario, la tensione resta apparentemente confinata all’area geografica.

Uno scontro diretto con l’Iran potrebbe creare forti fiammate del prezzo del petrolio e aprire scenari inediti.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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