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Yen in calo, Nikkei in rialzo

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David Frank
Aggiornato: Oct 21, 2016, 09:39 GMT+00:00

Stamane i mercati azionari del cosiddetto anello Asia-Pacifico si muovono perlopiù in ribasso, trascinati nottetempo dalla giornata no di Wall Street. In

Yen in calo, Nikkei in rialzo

Stamane i mercati azionari del cosiddetto anello Asia-Pacifico si muovono perlopiù in ribasso, trascinati nottetempo dalla giornata no di Wall Street. In Giappone l’indice Nikkei 225 si oppone al trend negativo rafforzandosi grazie ad uno yen più debole.

In Australia, a metà mattinata lo S&P ASX 200 è in calo di mezzo punto percentuale, con la maggior parte dei sub-settori in rosso. Il comparto dell’energia scende di un punto percentuale e il sub-settore finanziario, decisamente appesantito, lascia sul campo lo 0,8 per cento. In Nuova Zelanda l’indice NZX 50 perde lo 0,2% e in Corea del Sud nel corso della giornata il mercato azionario perde lo 0,25 per cento.

In Giappone, come dicevamo, gli indici di borsa si muovono in controtendenza rispetto ai mercati asiatici, in testa il Nikkei con un più 0,15 per cento, con le azioni della Fast Retailing Ltd che toccano un massimo di 0,80 % in più, un brand quindi decisamente legato alle fluttuazioni valutarie. In Hong Kong i mercati hanno subito un ritardo per l’approssimarsi di un ciclone tropicale.

Prendendo in esame i mercati valutari, l’indice del Dollaro Statunitense, che esprime il cambio del dollaro rispetto ad un paniere di altre valute, si attesta a 93,38 punti. In precedenza, durante la settimana, l’indice era arrivato a 97,80 punti. Il dollaro sta crescendo anche sull’aspettativa che la US Federal Reserve, nel mese di dicembre, riveda al rialzo i tassi di interesse.

La spinta al rialzo del Dollaro Statunitense, inoltre, è agevolata da un euro relativamente debole, che allo stato attuale viene scambiato al di sotto degli 1,095 $, in calo quindi rispetto agli 1,100 $ della scorsa settimana. La Banca Centrale Europea non ha toccato la politica monetaria ed i tassi di interesse, senza dare suggerimenti o indizi di alcun genere riguardo la possibilità che il programma relativo al Quantitative Easing (QE) venga prorogato oltre il mese di marzo 2017. Tutto quello che il Presidente della BCE Mario Draghi ha detto in proposito è stato un laconico “tutte le cose finiscono”. Alle 9.00 di mattina (Hong Kong), il cambio EUR/USD si attestava a $ 1,0916. Scendono in campo anche le elezioni americane che creano qualche grattacapo al super-dollaro, e che continueranno a rendere più volatili i mercati almeno fino al voto dell’8 novembre. Alcuni sondaggi suggeriscono che la moneta statunitense trarrebbe vantaggio da un’eventuale vittoria dei democratici, o dall’ingresso di Hillary Clinton alla Casa Bianca. A quanto sembra la Clinton sta guadagnando terreno, almeno per i sondaggi più recenti, e questo anche negli stati più ostici e tradizionalmente inclini a votare repubblicano.

Esaminando le altre valute, lo Yen giapponese stamane è sceso a 104,14 dollari, in crescita quindi rispetto alla soglia di 103,50 dollari sotto la quale si trovava nella sessione precedente del USD/JPY Forex.

Prendendo in esame il dollaro australiano, il mercato AUD/USD Forex oggi lo scambiava intorno a 0,7633 $ dopo lo slittamento dallo 0,77 $ di ieri. Questo deriva da un report occupazione ben al di sotto delle aspettative degli operatori, che rafforza le probabilità che la banca centrale australiana decida di ribassare nuovamente i tassi di interesse.

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