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XRP vola sui mercati e Visa pensa di aggiungere le crypto

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 31, 2021, 09:31 UTC

XRP (Ripple) vola sui mercati delle criptovalute e nel frattempo il CEO di Visa pensa di aggiungere le cryptocurrency alla sua infrastruttura e spiega come.

Ripple Labs XRP

In questo articolo:

Si sta scatenando una vera e propria mania sulle criptovalute sulla scia di quanto avvenuto a Wall Street con titoli come GameStop e Nokia.

Adesso si prendono di mira le criptovalute senza un progetto consistente alle spalle o che hanno problemi in questo momento e per questo sono basse in termini di prezzo.

La prima “vittima” designata pochi giorni fa è stata dogecoin portata a livelli impressionanti dall’hashtag #dogecointo1dollar ed altri. La criptovaluta ha raggiunto i 313 satoshi di valore, mentre il suo record storico non superava i 150 satoshi.

E adesso la vittima designata sembra essere XRP, ma questa volta la subreddit r/wallstreetbet non starebbe giocando un ruolo. Sono invece i cinesi che si stanno divertendo, a partire da quelli che vivono fuori dalla Cina e che quindi possono operare sui mercati cripto.

XRP è infatti su del 52,09% in meno di 24 ore grazie al solito passa parola sui social, ma tutto come dicevamo si è originato dal campo cinese e quindi da Weibo.

Su Weibo un utente con 40 mila follower ha fatto notare che XRP avrebbe potuto essere la prossima criptomoneta ad essere pompata se non avesse avuto guai legali con la SEC. E ha fatto notare, riporta Coindesk, che tanto i nuovi arrivati non badano al passato e a quanti soldi le criptovalute hanno portato via a molti investitori novelli.

Un commento negativo è bastato a scatenare “l’inferno”? Perché ora XRP è in crescita esponenziale.

Decrypt fa una bella analisi fondamentale su quanto sta accedendo e lo dice chiaramente che si tratta di una pump and dump.

Larry Cermak, analista di The Block mostra anche una foto di un gruppo su telegram dal nome “Pump & Hold XRP) che ha oltre 54 mila membri, che con molta probabilità stanno spingendo il prezzo verso l’alto.

Visa adotterà le criptovalute?

Intanto il circuito di pagamento più grande al mondo, Visa, sembra vivere una fase di conversione al mondo delle criptovalute. Dopo averle avversate nel 2017 e considerate insieme a Mastercard una sorta di “peste nera”, ora il suo CEO, Al Kelly, presentando le trimestrali dell’azienda ha affermato:

“C’è un crescente interesse nelle valute digitali, e io vorrei prendermi un minuto per spiegare cosa pensa Visa delle criptovalute in generale e il nostro approccio. Nel settore vediamo che possiamo aggiungere un valore differenziato. E crediamo che siamo posizionati in una maniera unica per aiutare le criptovalute a essere sicure, usabili e applicabili come metodi di pagamento attraverso la nostra presenza globale.”

Ha spiegato Al Kelly, aggiungendo:

“Noi pensiamo al mercato delle criptovalute dividendolo in due segmenti. Il primo è quello dove ci sono le criptovalute che rappresentano nuovi asset come bitcoin. Il secondo sono stablecoin. Noi consideriamo tutte le criptovalute del primo segmento come oro digitale.”

Ciò significa che bitcoin non è considerato dal CEO di Visa come una moneta vera ma come una materia prima usata a scopi di investimento. La loro strategia qui è di collaborare con gli exchange e i wallet per consentire alle persone di comprare le criptomonete con le carte Visa.

Per quanto riguarda gli stablecoin e le future monete digitali delle banche centrali, queste egli crede saranno usate per scopi commerciali e quindi le serviranno ai loro clienti attraverso future implementazioni della loro infrastruttura di pagamento.

Con stablecoin e CBDC, secondo Visa, le persone in futuro compreranno servizi e beni, mentre con le criptovalute ci faranno investimenti.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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