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Volo emergente

Da:
David Ruscelli
Aggiornato: Aug 13, 2016, 11:40 GMT+00:00

Settimana interlocutoria quella che ci aspetta, ma non bisogna mai dimenticare quanto i bassi volumi possano improvvisamente accendere la volatilità su

Volo emergente

Settimana interlocutoria quella che ci aspetta, ma non bisogna mai dimenticare quanto i bassi volumi possano improvvisamente accendere la volatilità su valute che finora si sono mosse in controtendenza rispetto alla stagionalità prevista. Parliamo ovviamente e soprattutto delle valute emergenti, grandi protagoniste di questa prima fase di agosto. Una Federal Reserve più accomodante sarebbe proprio ciò che servirebbeai paesi emergenti per rilanciare le loro quotazioni con il carry trade che comincerebbe a farsi più consistente alla ricerca di valore nel mondo del tasso zero o sottozero.

Per quello che riguarda EurUsd non ci sono molte considerazioni da fare. Domina la lateralità, una fase che va avanti da tempo con un continuo alternarsi di flussi in vendita ed in acquisto sul biglietto verde. Appaiono comunque evidenti, dal punto di vista tecnico, le barriere inferiori e superiori oltre le quali qualcosa succederà. Stiamo parlando di 1.1250 e 1.15 sul lato superiore e 1.10 e 1.082 su quello inferiore. Chi forse sintetizza meglio questo concetto sono le Bande di Bollinger su scala mensile. Come si vede dal grafico la superiore e la inferiore stanno continuando a convergere ed ora siamo ai livelli di ampiezza più bassi della storia dell’Euro, preludio a qualcosa che sta per accadere. L’importante è non farsi sorprendere applicando rigide regole di money management ad ogni tipo di trade che verrà messo in piedi su EurUsd.

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Ci risiamo con il Dollaro australiano, il quale continua a picchiare sui supporti di 1.44 rispetto ad Euro. Il momento è cruciale questo è evidente dal grafico. La trend line rialzista in essere dal 2012  è messa in discussione proprio in questi giorni, ma anche i supporti statici realizzati a partire da dicembre in modo ripetuto sono di nuovo sotto pressione, pessimo segnale per l’Euro . E’ evidente che uno sfondamento verso il basso produrrebbe un cambio di tendenza indubbiamente favorevole anche per le materie prime, oltre che naturalmente per l’Aussie.

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Nelle ultime 12 settimane il cross EurZar ha collezionato 13 minimi più bassi rispetto all’ottava precedente, un record che ovviamente potrebbe preludere da un momento all’altro ad un rimbalzo di natura tecnica. La marcia è stata impressionante e di fatto sancisce per ora il successo di una banca centrale la quale, alzando i tassi di 100 punti base in 3 occasioni a partire da novembre 2015, ha fermato l’emorragia di vendita di Rand. In un mondo affamato di rendimenti questo è stato un vero e proprio toccasana. Ora però si affacciano proprio in area 14.75 una serie di proiezioni di supporto che dovrebbero favorire una pausa di riflessione. I massimi del 2008 e quelli del 2014 sono punti nei quali coloro che hanno visto i sorci verdi nel 2015 ora possono chiudere le posizioni in pari. Un calo così marcato in 3 mesi non si vedeva da maggio 2009 ed in quel caso il seguito fu favorevole per il Rand che continuò a rafforzarsi per oltre 18 mesi prima di generare un bottom primario.

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David Ruscelli

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