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Spinte dal rialzo del petrolio, le borse europee toccano nuovi massimi storici

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David Becker
Pubblicato: May 15, 2017, 14:35 GMT+00:00

Le borse europee seguono un andamento vario. Il Dax e il Ftse 100 hanno toccato nuovi massimi storici, prima che la riscossione dei profitti provocasse un

Spinte dal rialzo del petrolio, le borse europee toccano nuovi massimi storici

Le borse europee seguono un andamento vario. Il Dax e il Ftse 100 hanno toccato nuovi massimi storici, prima che la riscossione dei profitti provocasse un pullback dell’azione del prezzo. L’aumento del prezzo del petrolio ha spinto i mercati azionari europei in rialzo. Prima dell’inversione della tendenza, il Ftse 100 ha raggiunto il massimo storico di quota 7460, mentre il Dax ha superato quota 12800. Il Ftse 100 continua a registrare guadagni marginali, mentre il Dax si muove in ribasso. Le altre borse europee sperimentano un andamento vario con quotazioni elevate.

I mercati asiatici si muovono in maniera simile. Il Nikkei ha chiuso in negativo, mentre lo Hang Seng si è mosso in rialzo in sintonia con gli indici della Cina continentale, spinti dall’ottimismo per il piano di spesa in infrastrutture. Il presidente Xi Jinping ha annunciato la via cinese alla globalizzazione e 78 miliardi di dollari di finanziamenti. L’ottimismo è stato lievemente intaccato dal rallentamento della crescita della produzione, ma il Csi ha continuato a muoversi in positivo. Il prezzo del petrolio è aumentato grazie ai segnali di riduzione dell’offerta, ossia all’annuncio effettuato dai ministri dell’Energia di Arabia Saudita e Russia sulla proroga dell’accordo dell’Opec.

Il petrolio aumenta grazie alla proposta di prorogare l’accordo dell’Opec sulla produzione

Il Wti guadagna il 3,0% per toccare i 49,20$, il massimo delle ultime due settimane. Il rialzo è stato provocato dall’annuncio dei ministri dell’Energia di Arabia Saudita e Russia, secondo cui l’accordo sulla riduzione della produzione deve essere prorogato fino a marzo 2018, tre mesi in più rispetto al termine attualmente fissato alla fine del 2017. L’estensione proposta avrà il medesimo volume dell’intesa attualmente in vigore. Il nuovo accordo dovrebbe essere ratificato al vertice dell’Opec del 25 maggio. Il ministro del Petrolio dell’Arabia Saudita ha dichiarato che “vi è stata una notevole riduzione delle scorte, ma non siamo dove vorremmo essere nel raggiungimento della media quinquennale.”

Dombret, un esponente della Bundesbank, ha invitato a riformare le regole sul rischio sovrano, sottolineando che il rischio di fallimento è basso, ma non nullo. Dombret ha accolto con favore il fatto che “il Comitato di Basilea abbia inserito il rischio sovrano nella sua agenda 2017-1018” e ha evidenziato come, per l’Eurozona, riformare la disciplina del rischio sovrano sia ancor più necessario in quanto, come “unione monetaria, è particolarmente sensibile alle tensioni dei mercati.” Al fine di affrontare l’ “insano rapporto” tra debito pubblico e banche nazionali, sono necessari “limiti di concentrazione per le esposizioni sovrane.”

In Italia, l’inflazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stata confermata al 2,0% annuo, rispecchiando il dato preliminare e aumentando dall’1,8% annuo del mese scorso. Tale livello è pari al tasso obiettivo della Bce. Come in altri membri dell’Eurozona, l’andamento sinusoidale osservato nei mesi di marzo e aprile è stato in gran parte dovuto agli effetti delle festività pasquali. Ciò significa che i prezzi relativi al periodo festivo sono aumentati più tardi che nel 2016. Il mese di maggio dovrebbe portare a una normalizzazione e a un quadro più nitido delle tendenze sottostanti.

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