Semiconduttori, è il momento di investire sulle aziende che li usano

Quando si parla di semiconduttori da un punto di vista finanziario, bisogna considerarlo un settore a se stante oppure no? Secondo una analisi condotta dalla società GAM non è il giusto approccio riferirsi al mercato dei semiconduttori come ad un comparto ben definito, e questo perché l’impiego della componentistica elettronica è ormai parte di un multiforme insieme di apparecchiature utilizzate in tanti campi: salute, sicurezza, energia, benessere, lusso, e molti altri.

Quindi, piuttosto che focalizzarsi sulle imprese che i semiconduttori li producono sarebbe meglio concentrarsi su quelle aziende che i chip li utilizzano, cercando nei vari settori economici le opportunità più interessanti.

I semiconduttori come settore sono ciclici

Il consiglio di considerare le società che i semiconduttori li usano, anziché quelle che li producono deriva dal fatto che se prendiamo questo come un settore allora non possiamo che classificarlo tra i ciclici.

E come tutti i settori ciclici c’è un inizio del ciclo e una fine. In questo caso a maturazione del ciclo ci si attende un crollo dei prezzi anche del 30% o del 50%.

Ovviamente al momento i semiconduttori sono titoli ciclici in crescita (growth) e lo sono più di quanto forse gli investitori possano crederlo o averlo compreso.

Si guardi alla smart mobility del futuro che dovrà interconnettere tra loro le auto attraverso nuovi sistemi per fornire nuove esperienze di viaggio su strada.

O si guardi alla digitalizzazione delle città e degli angoli più remoti del pianeta; ed ancora alla necessità di sensori e all’Internet of Things (IoT) e all’Industrial Internet of Things (IIoT). Senza dimenticare l’ampliamento della rete 5G che non ha ancora coperto molte aree non solo dell’Italia.

Semiconduttori, quindi, molti semiconduttori in questo decennio serviranno anche alla transizione energetica.

Concentrarsi su chi usa i chip

Ecco alcuni esempi per concentrarsi su chi i chip li usa e non su chi li produce.

Nel settore dell’archiviazione dei dati troviamo le società Micron Technology (MU) e Seagate Technology (STX), entrambi produttrici di memorie per i dispositivi come computer. Ma possiamo anche citare la Western Digital Corp (WDC), o quelle società che producono schede grafiche come la Nvidia Corp (NVDA).

Altro segmento al quale si può guardare è quello delle società quotate in borsa che sviluppano le infrastrutture basate sui dati, tra cui Sensata Technologies Holding (ST), o la Marvell Technology Group (MRVL).

I wafer per produrre semiconduttori

Per la produzione dei semiconduttori si parte dai wafer di silicio, questi sono prodotti da tre società mondiali principalmente e quindi si comprenderà come ci sia una sorta di monopolio anche sui prezzi, che tuttavia non rappresentano più del 5% del costo finale dei semiconduttori. C’è quindi poco margine di crescita qui, spiega ancora GAM come riportato dal Financialounge.

Anche se va aggiunto che la società STMicroelectronics NV (STM) ha portato quasi ad ultimazione l’impianto di produzione di wafer ad Agrate (MB) con un investimento complessivo da 2 miliardi di euro e 500 – 700 operai da impiegare nei prossimi anni.

Concludendo

Tenere d’occhio chi li usa i semiconduttori potrebbe aiutare l’investitore a mettersi sulla scia di interessanti opportunità, tuttavia una seppur minima esposizione su chi li produce potrebbe essere una opzione da non escludere del tutto. Stando bene attenti alla ciclicità, però.