Nonostante il rialzo delle borse europee, il Ftse 100 è trascinato in ribasso dall’apprezzamento della sterlina

Segnando un rimbalzo dal ribasso subito nella giornata di ieri, le borse dell’Eurozona procedono verso la stabilizzazione. Il Dax guadagna lo 0,20%, il Ftse 100 sale dell’1,20% e l’Ibex registra un rialzo dello 0,65%. Il Cac 40, nelle prime ore della sessione ancora sotto pressione a causa della preoccupazione per l’esito delle elezioni presidenziali in Francia, è successivamente riuscito a muoversi in rialzo.

Dopo le perdite iniziali, il Ftse 100 ha sperimentato un rialzo per poi tornare a declinare. Con la primo ministro May che tenta di ampliare la sua maggioranza indicendo le elezioni per l’8 giugno al fine di ottenere un più ampio margine di manovra nei negoziati con l’UE, la sterlina rimane è al di sopra di quota 1,28 sul dollaro. Negli Stati Uniti, le borse si muovono in rialzo.

Tale andamento positivo ha fatto seguito al ribasso subito dai mercati asiatici nella giornata di ieri, dominata dall’avversione al rischio e dalla pressione sui prezzi delle materie prime, che ha portato l’Asx a chiudere con una perdita dello 0,50%. Il Nikkei è riuscito a muoversi in rialzo, guadagnando lo 0,07% grazie al deprezzamento dello yen, che ha sostenuto i titoli delle imprese esportatrici. Il prezzo del greggio è lievemente aumentato: il Wti ha raggiunto i 52,58$ al barile.

Dopo essersi mossa in netto rialzo nella giornata di ieri, a seguito dell’annuncio della primo ministro May sulle elezioni anticipate, che si terranno l’8 giugno, la sterlina è scesa a quota 1,28 sul dollaro. Secondo il Ft, il Partito Conservatore riporterà una vittoria schiacciante, grazie alla quale vedrà la propria maggioranza notevolmente rafforzata. Un simile esito potrebbe indebolire l’estrema destra, consentendo a May una maggiore flessibilità nei negoziati con l’UE. Alcuni ritengono che il governo non avrebbe dovuto indire le elezioni prima che fossero trascorsi tre anni dall’effettivo recesso del Regno Unito dall’Unione Europea nel 2017. In tal modo, un periodo di transizione dopo l’uscita dal mercato unico avrebbe permesso di elaborare nuovi accordi commerciali.

A febbraio cresce l’avanzo di conto corrente dell’Eurozona

L’avanzo di conto corrente dell’Eurozona è aumentato dai 15,7 miliardi di euro di gennaio ai 19,2 miliardi di euro di febbraio. Le esportazioni sono aumentate, mentre le importazioni si sono ridotte. I dati senza aggiustamento mostrano un incremento delle esportazioni dell’8% annuo nei primi due mesi dell’anno. Le importazioni sono aumentate dell’11% annuo. L’andamento del prezzo del petrolio potrebbe influire su questi dati nominali.

La Germania è ancora la principale contribuente all’avanzo dell’Eurozona. Si continuerà, quindi, a discutere del notevole surplus commerciale e di conto corrente della Germani, sebbene, su base reale, le esportazioni nette siano diminuite rispetto allo scorso anno.

A marzo, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’Eurozona è stato confermato all’1,5% annuo, invariato rispetto alla lettura preliminare e in calo dal 2,0% annuo del mese precedente. L’indice core è sceso dallo 0,9% allo 0,7%, confermando i dati preliminari. Tuttavia, la contrazione di entrambi gli indicatori deriva in gran parte dal ritardo che ha caratterizzato la Pasqua del 2017. Ciò ha comportato che i prezzi relativi alle festività, inclusi quelli per i voli e per i pacchetti vacanze, sono aumentati ad aprile più che a marzo come nel 2016. In questo mese, dovrebbe, quindi, verificarsi un aumento del tasso principale coerente con i dati preliminari. Pertanto, con l’indice armonizzato dei prezzi nuovamente al di sotto del limite fissato dalla Bce per la stabilità dei prezzi, ciò significa che si dovrà continuare a discutere della progressiva riduzione delle misure espansive attuate dall’Eurotower.