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Nonostante i dati di varia natura, le borse vanno a consolidare in attesa dell’audizione di Yellen innanzi al Congresso degli Stati Uniti

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David Becker
Aggiornato: Feb 16, 2017, 08:31 GMT+00:00

Dopo la pubblicazione di numerosi dati e con i mercati che si muovono in ribasso, le borse europee seguono un andamento vario. Il Ftse 100 è riuscito a

Nonostante i dati di varia natura, le borse vanno a consolidare in attesa dell’audizione di Yellen innanzi al Congresso degli Stati Uniti

Dopo la pubblicazione di numerosi dati e con i mercati che si muovono in ribasso, le borse europee seguono un andamento vario. Il Ftse 100 è riuscito a recuperare dai minimi iniziali e si muove in lieve rialzo, spinto dai dati sull’inflazione che, inferiore a quanto temuto, premono sulla sterlina. Al contempo, a seguito della pubblicazione dei dati sulla crescita, inferiori alle aspettative, e dell’indice Zew della fiducia degli investitori, che registra una flessione, il Dax è rimasto praticamente invariato. Le altre borse dell’Eurozona si sono mosse in lieve rialzo, con la correzione in negativo del tasso di crescita dell’area dell’euro che ha esercitato una certa pressione sulla Bce affinché riduca progressivamente il programma di acquisto di titoli. L’Euro Stoxx 50 rimae invariato, mentre il Ftse Mib e l’Ibex guadagnano, bilanciando il declino del Dax. In Asia, le borse hanno chiuso in negativo: gli investitori temporeggiano in attesa dell’audizione di Yellen innanzi al Congresso degli Stati Uniti. A causa dell’apprezzamento dello yen, l’andamento del Nikkei e del Topix è stato negativo.

Il Wti sale a 53,35$. Con il mercato petrolifero che continua a consolidare nella gamma di oscillazione osservata dagli inizi di gennaio, il prezzo pare ancora gravitare intorno ai 53,0$. L’Opec, dopo quasi sette settimane dall’entrata in vigore dell’accordo per aumentare il prezzo del greggio intorno ai 60$ mediante tagli alla produzione, cui partecipano anche la Russia e altri Stati che non sono membri del cartello, potrebbe sentirsi frustrata dall’incremento della produzione negli Stati Uniti, poiché sta limitando il rialzo del petrolio.

In Germania, l’inflazione di gennaio è coerente con le aspettative

In Germania, l’inflazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stata confermata all’1,9% su base annua. Il tasso è coerente con il dato preliminare e segna un incremento dall’1,7% annuo di dicembre. La crescita dell’inflazione è stata spinta dal prezzo dell’energia, con il gasolio per riscaldamento aumentato del 42,5% su base annua e il greggio salito del 12,8% su base annua. Se si escludessero i derivati del petrolio, l’inflazione in Germania sarebbe di appena l’1,3% annuo. Mentre in Germania l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è in linea con il tasso di inflazione obiettivo della Bce, ma pur sempre inferiore al 2%, il dato rafforza il parere di Draghi, secondo cui l’aumento è dovuto a effetti di base temporanei.

In Germania, il Pil del quarto trimestre è dello 0,4% su base trimestrale, inferiore alle aspettative. Il dato del terzo trimestre è stato corretto al ribasso, dall’iniziale 0,2% allo 0,1%. Nonostante ciò, il tasso di crescita per l’intero 2016 è stato confermato all’1,9% o all’1,8% se corretto in base al calendario, coerentemente con le previsioni. Al contempo, la crescita delle importazioni ha superato quella delle esportazioni. Seppure i dati nominali sul commercio continuano a mostrare esportazioni ai massimi storici, ciò non fermerà i critici della Germania, anche se parte dell’avanzo commerciale nominale deriva dal basso prezzo del petrolio.

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