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Nell’ultima sessione del trimestre, con gli investitori che riscuotono i profitti, le borse si muovono in ribasso

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David Becker
Aggiornato: Apr 2, 2017, 07:27 GMT+00:00

Dopo l'andamento negativo di gran parte dei mercati asiatici, le borse europee si muovono in ribasso. In Giappone, nell'ultimo giorno dell'anno fiscale,

Nell’ultima sessione del trimestre, con gli investitori che riscuotono i profitti, le borse si muovono in ribasso

Dopo l’andamento negativo di gran parte dei mercati asiatici, le borse europee si muovono in ribasso. In Giappone, nell’ultimo giorno dell’anno fiscale, gli investitori hanno chiuso le posizioni e i titoli hanno perso i guadagni conseguiti nel 2017: i dati positivi sull’economia e sugli utili societari sono stati, infatti, oscurati dalla persistente incertezza politica. In Europa, le operazioni di trading di fine trimestre e la conclusione dell’anno fiscale nel Regno Unito hanno contribuito all’andamento negativo delle borse. Grazie ai dati sull’occupazione nettamente positivi, il Dax rimonta dall’iniziale ribasso. Inoltre, i dati sull’inflazione nell’Eurozona segnano un calo, contribuendo a contrastare la posizione di quanti nella Bce chiedono di porre fine alla politica monetaria espansiva. Al termine dell’anno fiscale, il Ftse 100 continua a muoversi in ribasso, pur rimanendo su quotazioni elevate. Nella giornata di oggi, il prezzo del petrolio è diminuito, sebbene il Wti sia ancora al di sopra dei 50$ al barile.

In Giappone, durante il mese di febbraio, i prezzi al consumo core sono aumentati dello 0,2% annuo, coerentemente con le aspettative. Escludendo i generi alimentari e l’energia, l’indice dei prezzi al consumo è salito a febbraio dello 0,1% annuo. A marzo, i prezzi al consumo core di Tokyo sono diminuiti dello 0,4% annuo a fronte dello 0,2% atteso.

Nell’Eurozona, l’inflazione scende più del previsto

Nell’Eurozona, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo segna un declino dell’inflazione dal 2,0% all’1,5% annuo. Il dato supera nettamente le aspettative, ma, dopo la diffusione delle deludenti letture su Germania e Spagna nella giornata di giovedì, non sorprende. Nell’ultimo mese, i prezzi sono stati spinti in rialzo dagli effetti di base legati al costo dell’energia. I mercati attendevano, quindi, un rallentamento. A ogni modo, l’inflazione core è scesa dallo 0,9% allo 0,7% annuo. A quanto pare, la Pasqua che cade più avanti sta distorcendo il quadro generale.

A marzo, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo della Francia è stabile all’1,4%, invariato dal mese precedente. L’indice dei prezzi al consumo è, invece, diminuito dall’1,2% all’1,1% annuo. In Francia, l’inflazione non è aumentata a causa dell’incremento del prezzo dell’energia, come in Germania o in Spagna. Al contempo, l’indice dei prezzi alla produzione registra una crescita superiore alle aspettative, raggiungendo il 3,9% annuo. Allo stesso tempo, il dato di gennaio è stato corretto al rialzo dal 3,3% al 3,9% annuo. Il dato evidenzia una maggiore pressione sottostante dei prezzi, dovuta all’aumento del prezzo dell’energia. Infine, a febbraio, i consumi si sono notevolmente ridotti.

Durante il mese di febbraio, le vendite al dettaglio in Germania sono salite dell’1,8% mensile, ma il dato di gennaio è stato corretto dal -0,8% al -0,1% mensile e il tasso di inflazione annuo è diminuito dal 2,7% al 2,1% annuo. Le vendite al dettaglio in Germania costituiscono soltanto una parte dei  consumi, sono volatili e soggette a frequenti revisioni: pertanto, non sono sempre un indicatore affidabile. Infine, il netto aumento dell’inflazione e dei prezzi dell’energia verificatosi nello scorso mese ha probabilmente ridotto la spesa per gli altri prodotti.

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