I mercati vanno a consolidare, adottando una posizione attendista in vista del discorso di insediamento di Trump. Dopo una sessione asiatica dal vario
I mercati vanno a consolidare, adottando una posizione attendista in vista del discorso di insediamento di Trump. Dopo una sessione asiatica dal vario andamento, durante la quale le borse cinesi sono state sostenute dai dati nettamente positivi sul Pil e i mercati nipponici sono riusciti a chiudere in positivo, il Dax e il Ftse 100 sperimentano lievi variazioni. Tuttavia, l’attività di trading è stata generalmente improntata sulla prudenza, con gli investitori palesemente in attesa che il discorso di Trump porti maggiore chiarezza sulle politiche che la nuova amministrazione repubblicana intende adottare. Il calo delle vendite al dettaglio nel Regno Unito è andato inizialmente ad aggiungersi a alla pressione sui mercati azionari, ma, alla fine, il Ftse 100 è riuscito a recuperare le perdite. Il dato deludente è andato, infatti, ad aumentare la pressione sulla sterlina. Dopo l’annuncio di Draghi, secondo cui la Bce continuerà ad adottare politiche espansive, i mercati periferici dell’Eurozona hanno subito una lieve flessione. A ogni modo, la giornata di oggi vede mosse molto contenute.
Per la seconda giornata, il Wti si muove in rialzo, attualmente guadagnando l’1,2% per raggiungere i 52,65$. L’aumento del prezzo si verifica mentre la maggior parte degli esperti del mercato petrolifero in attesa del vertice dell’Opec e degli altri paesi produttori per comprendere la reale efficacia dell’accordo sulla riduzione della produzione. Ciò ha contribuito a bilanciare i dati dell’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia, il cui ultimo rapporto settimanale ha rilevato una riduzione delle scorte degli Stati Uniti.
A dicembre, l’Ipp aumenta dell’1%
In Germania, l’inflazione dell’Ipp è salita su base annua dallo 0,1% di novembre all’1% di dicembre. La netta accelerazione dei prezzi delle importazioni e l’aumento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo avevano già indicato che il dato sarebbe stato elevato. Tali cifre evidenziano come il rimbalzo dell’inflazione è reale e in corso, sebbene i prezzi alla produzione rimangano a oggi il fattore principale. Il dato ha poi mostrato che il prezzo dell’energia, dopo essere diminuito dell’1,7% a novembre, a dicembre è aumentato dello 0,2%. Al contempo, i prezzi dei beni non durevoli sono balzati su base annua dall’1,5% di novembre al 2,1% di dicembre. La crescita continua a essere forte e il mercato del lavoro è in ottime condizioni, mentre l’inflazione del prezzo delle abitazioni sta nettamente salendo. Vi è, quindi, sempre più il rischio che, almeno in Germania, si producano effetti secondari dell’inflazione, ma tale eventualità non pare impressionare Draghi.
Nel Regno Unito, le vendite al dettaglio di dicembre mostrano un’inattesa contrazione dell’1,9% su base mensile e deludono le aspettative su base annua, limitandosi a una crescita del 4,3%. Le previsioni medie erano rispettivamente di una crescita dello 0,2% su base mensile e del 6,9% su base annua. Il dato mensile è il peggiore dal 2011 ed è fonte di preoccupazione, poiché la spesa per i consumi è stata il primo motore della crescita del Regno Unito. Tuttavia, questa potrebbe essere soltanto una flessione in una tendenza altrimenti positiva.