Il prezzo dell’oro non crolla, mentre i titoli azionari e il mercato delle criptovalute sì sgretolano sotto i colpi della Fed e della geopolitica.
Mentre le criptovalute da novembre hanno vissuto un tracollo, che da una settimana provano a recuperare seppur parzialmente, e mentre i titoli azionari growth hanno perso nel corso del 2021 e ad inizio 2022 ogni supporto, l’oro no.
Il metallo prezioso, il prezzo dell’oro, resiste a 1811,58 USD per oncia mostrando a tutti dove risiede veramente la resilienza per ogni periodo dell’anno.
In effetti, per un investitore che predilige la stabilità alle repentine crescite l’oro resta la classe di attivo migliore dove investire. Una colonna sicura alla quale legare una parte dei propri averi.
Per alcuni anni nel settore delle criptovalute alcuni analisti ed economisti hanno provato ad accostare il bitcoin all’oro, considerando il primo come “l’oro digitale”, ma da un po’ di tempo a questa parte sempre meno economisti ed analisti si cimentano in questo esercizio di accostamento.
Bitcoin è le altre criptovalute sono il “far west” della speculazione, mentre l’oro è il punto di riferimento per chi cerca un porto sicuro di lungo termine. Semplicemente due classi di attivo differenti.
In un tempo storico in cui venti di guerra soffiano a poca distanza dalle nostre porte di casa, potremmo dire anche che l’oro è la svizzera degli asset class.
Negli ultimi 12 mesi il prezzo dell’oro è calato appena dello 0,37% e da inizio anno del -0,96%.
A tre mesi il prezzo dell’oro è in negativo del -0,26%, ma ad un mese guadagna il +1,10%.
Cosa potrebbe accadere nel corso del 2022 se i portafogli azionari continuassero ad essere stressati da notizie a loro non favorevoli? Plausibile che alcuni investitori prenderanno una piccola parte della liquidità presente nel portafoglio e la utilizzeranno per acquistare oro.
La Banca d’America (BofA), prevede un prezzo dell’oro a 1925 dollari per oncia entro il 2022, riporta Cnbc.
Secondo Ubs, sempre come riporta Cnbc, a spingere l’oro in questo 2022 vi sono le scelte di politica monetaria. Gli investitori guardano in particolare alla Federal Reserve ed hanno paura che per combattere l’inflazione possano irrigidirsi troppo, causando alta volatilità nel mercato delle azioni.
Questo potrebbe causare un rallentamento della crescita, e allora dove allocare il portafoglio per preservarne il valore? Nell’oro.
Ubs considera il metallo giallo alla stregua di una “assicurazione” ben collaudata, capace di proteggere l’investitore sempre… o quasi.
Il record di prezzo dell’oro lo abbiamo osservato il 2 agosto del 2020 a 2027 dollari per oncia, in seguito il prezzo del metallo prezioso ha subito una correzione forte terminata a febbraio del 2021 a 1707,8 USD per oncia.
C’è uno scenario anche opposto alla visione positiva di un oro resiliente. Sempre secondo Ubs è possibile che nella seconda metà del 2022 il prezzo del gold ceda per trovare supporto tra 1650 e 1700 dollari per oncia.
Uno scenario che sarebbe rafforzato dal venir meno delle preoccupazioni legate alla pandemia.
Vedremo se sarà così, perché una nuova cortina di ferro sta sorgendo ancora una volta in Europa.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.