Le borse europee si muovono in ribasso, interrompendo l'andamento positivo di questa settimana. Dopo avere esteso il massimo annuale raggiunto nella
Le borse europee si muovono in ribasso, interrompendo l’andamento positivo di questa settimana. Dopo avere esteso il massimo annuale raggiunto nella giornata di ieri, lo Stoxx Europe 600 si muove in ribasso insieme al Dax e al Ftse 100. Circa il 50% delle imprese quotate nell’indice hanno pubblicato i risultati e il 51% di questi ha superato le aspettative, mentre il 61% ha registrato vendite maggiori del previsto. Nella giornata di oggi, il Ftse 100, che era riuscito a chiudere la sessione di mercoledì al di sopra di quota 7300, si è nuovamente mosso in lieve ribasso. Il Dax scende al di sotto di quota 11800. Tuttavia, entrambi gli indici si attestano a quotazioni elevate. A causa dell’incertezza politica, gli investitori guardano con prudenza a tali livelli Al contempo, la Fed rimane intenzionata ad adottare misure restrittive. Il Nikkei si è mosso in ribasso, con l’apprezzamento dello yen che ha pesato sulle industrie automobilistiche e sulle imprese esportatrici. Nella giornata di oggi, il prezzo del petrolio ha sperimentato lievi variazioni.
Nonostante l’aumento dei rendimenti negli Stati Uniti, provocato da un indice dei prezzi al consumo e da vendite al dettaglio migliori del previsto, come mostrato dai dati pubblicati nella giornata di giovedì, la coppia EUR/USD ha oscillato per poi muoversi in rialzo. Durante la sessione di giovedì, Yellen ha tenuto la sua audizione innanzi alla Camera dei Rappresentati. Il messaggio è sempre lo stesso: la Fed potrebbe attuare una manovra restrittiva a marzo.
Nella giornata di oggi, il Wti guadagna lo 0,6%, salendo a 53,40$, qualche centesimo al di sopra del picco intragiornaliero. Il prezzo ha esteso il rimbalzo dai 52,75$ raggiunti durante la sessione di ieri. Il massimo settimanale di 53,95$, toccato nella giornata di lunedì, funge da resistenza. La tendenza praticamente invariata, rara nel mercato petrolifero, pare dovere continuare. I dati sull’incremento delle scorte di greggio e di benzina negli Stati Uniti non sono riusciti a generare sufficiente pressione al ribasso, in parte perché la ripresa degli Usa suggerisce un aumento della domanda.
Weidmann ha messo in guardia dalla corsa alla deregolamentazione delle banche. Durante un’intervista col quotidiano tedesco Bild, il presidente della Bundesbank ha affermato che, dieci anni fa, la crisi finanziaria è stata innescata dai prestiti di scarsa qualità. Per Weidmann, un’importante lezione appresa da quegli eventi è stata che le banche necessitano di una più severa supervisione e di maggiore capitale. Secondo Weidmann, sarebbe un errore tornare indietro e la corsa alla deregolamentazione va impedita. Il presidente della Bundesbank ha invitato a rapidi colloqui con l’amministrazione Trump, affermando anche che vi sono ancora ostacoli significativi all’accesso al mercato cinese, all’acquisizione delle imprese e ai movimenti di capitali.
I profitti della Bce sono aumentati grazie agli interessi attivi e alle riserve estere, salendo dagli 1,08 miliardi di euro del 2015 agli 1,19 miliardi di euro del 2016. Il rendimento netto sugli interessi attivi è, infatti, aumentato da 0,89 miliardi di euro a 1,04 miliardi di euro. Il rendimento netto sulle riserve estere è cresciuto. Al contempo, la spesa per le attività di vigilanza recuperata mediante le imposte ammonta a 382 euro.