Le borse europee si muovono in live ribasso. La ripresa ha iniziato a rallentare già nella giornata di giovedì a causa della preoccupazione per una guerra
Le borse europee si muovono in live ribasso. La ripresa ha iniziato a rallentare già nella giornata di giovedì a causa della preoccupazione per una guerra commerciale. I mercati asiatici si sono in gran parte mossi in rialzo e si dirigono a chiudere la settimana in positivo. Il deprezzamento dello yen ha sostenuto il Nikkei e il Topix. In Europa, con la sterlina sotto pressione, il Ftse 100 registra l’andamento migliore. Al contempo, i mercati europei sono fortemente in negativo e anche il Dax si muove in ribasso, pur rimanendo finora al di sopra della quotazione critica di 11800. Le banche vedono ridursi i guadagni settimanali, con i rendimenti principali nuovamente in calo. Ancora una volta, Trump ha dato sfoggio della sua retorica, affermando in un tweet che il suo incontro con il presidente messicano sarà inutile se non si discuterà delle modalità con cui il Messico dovrà pagare per il muro alla frontiera con gli Stati Uniti.
Al momento, il Wti perde lo 0,8% per toccare i 53,40$, cedendo circa la metà dell’aumento di ieri. Il prezzo continua ad aggirarsi intorno ai 53,0$. L’incremento delle scorte di greggio degli Stati Uniti registrato nell’ultima settimana ha contribuito a limitare il rialzo del petrolio, nonostante i tagli alla produzione attuati dall’Opec. Il totale delle scorte di greggio è salito a 9 milioni di barili, mentre le scorte di benzina continuano a crescere.
In Germania, l’inflazione dei prezzi delle importazioni di dicembre ha sperimentato un balzo del 3,5% su base annuale, aumentando da appena lo 0,3% annuo dello scorso mese. Un incremento era atteso a causa degli effetti della ripresa del prezzo del petrolio. Tuttavia, il dato definitivo è stato di gran lunga superiore alle previsioni e, anche escludendo il petrolio, il tasso annuale è salito dallo 0,4% di novembre all’1,7%. Un ulteriore segnale della repentina crescita dell’inflazione in Germania, che a gennaio potrebbe superare il 2%. Tale eventualità andrebbe ad aumentare la pressione su Draghi, già sotto attacco di molti critici in Germani per la sua decisione di prorogare l’allentamento quantitativo senza un deciso impegno alla sua riduzione.
Dopo l’incontro con la dirigenza del Partito Repubblicano tenuto a Philadelphia, Trump è nuovamente al centro della scena. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che l’incontro con il suo omologo messicano è stato cancellato, aggiungendo che pensa di finanziare il muro al confine “in un’altra maniera”. Con l’uscita degli Stati Uniti dal Tpp, il commercio non sarà più oggetto di trattative multilaterali, ma di negoziati bilaterali, con una clausola che impone la loro conclusione dopo trenta giorni se non dovessero produrre risultati. Trump ha poi riaffermato i tagli alle imposte, la rimessa in funzione di oleodotti e l’utilizzo di acciaio prodotto negli Stati Uniti per la costruzione degli oleodotti stessi.