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La Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca Nazionale Svizzera mantengono i tassi invariati

Da:
David Becker
Pubblicato: Mar 16, 2017, 19:55 UTC

Guidate da quelle dei paesi periferici, le borse europee si sono mosse in rialzo, mentre alla luce dell'esito delle elezioni nei Paesi Bassi scema il

La Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca Nazionale Svizzera mantengono i tassi invariati

Guidate da quelle dei paesi periferici, le borse europee si sono mosse in rialzo, mentre alla luce dell’esito delle elezioni nei Paesi Bassi scema il timore per il dissolvimento dell’UE e i mercati globali seguono un generale andamento positivo a seguito della decisione della Fed di aumentare i tassi, pur rimanendo cauta circa le mosse successive. La Banca d’Inghilterra dovrebbe mantenere i tassi invariati.

In Asia, i mercati hanno chiuso in netto rialzo, con lo Hang Seng che, grazia a un balzo superiore al 2%, registra l’andamento migliore. Il Nikkei si è, invece, mosso in ribasso, cedendo lo 0,7% a causa dell’apprezzamento dello yen e della decisione della Banca del Giappone di mantenere i tassi invariati. Nel frattempo, a seguito della manovra restrittiva della Fed, la Banca Popolare Cinese ha aumentato i costi di finanziamento. La Banca di Norvegia e la Banca Nazionale Svizzera hanno mantenuto i tassi invariati.

Come previsto, la Banca d’Inghilterra ha mantenuto le misure di allentamento quantitativo e ha lasciato il tasso repo allo 0,25%. La Banca del Giappone non ha mutato la politica monetarie e si è impegnata ad attuare decise misure espansive. Confermando le previsioni, la Banca di Norvegia ha mantenuto i tassi allo 0,5%. Nel suo comunicato, la banca centrale ha dichiarato di aspettarsi una diminuzione dell’inflazione più rapida del previsto, ma ha anche sottolineato che il livello generale dei prezzi potrebbe aumentare in futuro. Rispetto alle proiezioni di dicembre, i tassi della Banca di Norvegia previsti per la fine del 2010 saranno di 33 punti base inferiori.

Come previsto, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’Eurozona per il mese di febbraio è stato confermato al 2,0% annuo. L’incremento dall’1,8% annuo di gennaio è ampiamente dovuto all’aumento dei prezzi dell’energia e dei cibi freschi, effetti di base del rialzo del prezzo del petrolio e del freddo che ha colpito i raccolti in Europa. L’inflazione core è rimasta stabile allo 0,9% annuo, dato che rafforza la posizione di Draghi, secondo cui la pressioni dell’inflazione sottostante rimangono positive e l’economia necessita ancora del supporto della Bce. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione negli Stati membri dell’Eurozona rimane ovviamente fonte di preoccupazione e preme sui governi affinché prestino attenzione alla possibile formazione di bolle speculative.

Le elezioni nei Paesi Bassi mostrano come il populismo possa essere sconfitto e non sia necessariamente destinato a vincere

Nell’Eurozona, il successo dei movimenti populisti potrebbe scemare. Le elezioni nei Paesi Bassi non hanno soltanto visto il primo ministro uscente Rutte superare il populista Wilders di un margine ampiamente superiore alle previsioni, ma hanno anche evidenziato una crescita del consenso dei partiti della sinistra europeista, con Sinistra Verde e D66 che aumentano nettamente i seggi rispetto alle elezioni del 2012. Dopo la sconfitta dell’estrema destra al secondo turno delle elezioni presidenziali svoltesi in Austria nello scorso anno, quello olandese è il secondo voto che segna la sconfitta dei populisti. A quanto pare, la Brexit ha funzionato da promemoria, mostrando che il voto di protesta può avere conseguenze decisamente imprevedibili. Più che verso destra, i principali Stati dell’UE potrebbero, quindi, spostarsi verso sinistra, rafforzando le possibilità di un processo di integrazione a due velocità, con l’emissione degli Eurobond e una maggiore condivisione dei rischi in futuro.

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