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La Banca del Giappone mantiene i tassi invariati e le borse europee si muovono in rialzo

Da
David Becker
Pubblicato: Jun 16, 2017, 15:14 GMT+00:00

Dopo il declino subito nella giornata di giovedì, le borse europee hanno sperimentato un rimbalzo, con il Dax che torna al di sopra di quota 12700. Gli

La Banca del Giappone mantiene i tassi invariati e le borse europee si muovono in rialzo

Dopo il declino subito nella giornata di giovedì, le borse europee hanno sperimentato un rimbalzo, con il Dax che torna al di sopra di quota 12700. Gli investitori, intimoriti dai toni meno da colomba del previsto adottati dalla Fed e dalla Banca d’Inghilterra nelle rispettive dichiarazioni, sono stati rassicurati dalla Banca del Giappone. La banca centrale nipponica ha, infatti, annunciato che, nonostante le pressanti richieste per porvi fine, continuerà ad attuare le misure di stimolo, non intervenendo sui tassi di interesse. Grazie al deprezzamento dello yen, il Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,56%. Lo Hang Seng e l’Asx 200 hanno guadagnato circa lo 0,2%. Il Csi ha chiuso in ribasso. Le borse statunitensi si sono mosse in rialzo e i mercati attendono di chiudere la settimana in positivo.

Rimbalzando dal declino del 4,3% subito nelle ultime due sessioni, il Wti è aumentato dello 0,6% a 44,75$. La nuova quotazione è di poco superiore al minimo delle ultime sei settimane toccato ieri a 44,22$. Tuttavia, su base settimanale, il Wti perde il 2,4%. Il dato mensile segna una flessione dell’8,9%. Rispetto alle quotazioni di maggio, quando l’Opec annunciò la proroga dell’accordo sulla riduzione della produzione per 1,8 milioni di barili al giorno per altri sei mesi, il prezzo del greggio è diminuito del 13%.

A maggio, l’inflazione dell’Eurozona registra una flessione

Come previsto, l’inflazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’Eurozona nel mese di maggio è stata confermata all’1,4% annuo. Il dato ha confermato che il rallentamento dall’1,9% annuo è dovuto soprattutto al declino subito dei prezzi dopo il loro aumento durante le festività pasquali. L’inflazione del settore dei servizi è scesa dall’1,8% annuo di aprile all’1,3% annuo di maggio. L’inflazione core è diminuita dall’1,2% annuo di aprile allo 0,9% annuo di maggio. A causa della diminuzione del prezzo del petrolio, l’inflazione dei prodotti energetici è scesa dal 7,6% annuo di aprile al 4,5% annuo di magio. Considerati i dati definitivi, non sorprende, quindi, che la Bce non intenda rivedere le sue previsioni sull’inflazione, già corrette al ribasso alla luce di un andamento del prezzo del petrolio inferiore alle aspettative. Simili risultati rafforzano l’intenzione di Draghi di adottare notevole prudenza nel porre fine alla politica monetaria espansiva.

La Banca del Giappone ha mantenuto i tassi invariati al -0,100%. Il rendimento dei titoli di Stato nipponici a 10 anni rimane intorno allo 0%. La decisione ha confermato le aspettative secondo cui la Banca del Giappone non avrebbe modificato le sue misure di stimolo. L’inflazione sottostante è, infatti, ferma intorno alla 0%. La coppia USD/JPY ha sperimentato lievi variazioni, rimanendo al di sopra di quota 111,0.

Negli Stati Uniti, i flussi Tic hanno mostrato che, nel mese di aprile, gli investitori esteri hanno acquistato asset per 65,8 miliardi di dollari netti. A marzo, il dato era di 9,3 miliardi di dollari. Sempre ad aprile, i conti esteri hanno comprato 1,8 miliardi di dollari in asset a lungo termine. Il dato di marzo è stato corretto al ribasso da 59,8 a 59,7 miliardi di dollari. Gli acquisti di azioni societarie ammontano a 10,8 miliardi di dollari, quelli di titoli di Stato a 6,7 miliardi di dollari e quelli dei titoli delle agenzie a 4,2 miliardi di dollari. Gli acquisti di titoli del Tesoro raggiungono i 22,5 miliardi di dollari. Il principale acquirente dei titoli del Tesoro è stato il Brasile (8,2 miliardi di dollari), seguito dall’India (7,0 miliardi di dollari) e  dalle Isole Cayman (6,0 miliardi di dollari). Il maggiore venditori di titoli del Tesoro è stato l’Irlanda (15,9 miliardi di dollari), seguita dal Belgio (13,5 miliardi di dollari) e dal Giappone (12,4 miliardi di dollari).

 

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