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Il prezzo del petrolio aumenta, ma non riesce a spingere in rialzo le borse europee

Da:
David Becker
Pubblicato: Jan 19, 2017, 15:01 UTC

Le borse europee si muovono in ribasso, con il Ftse 100 che registra l'andamento peggiore a causa dell'apprezzamento della sterlina. Il Dax e il Cac 40

Il prezzo del petrolio aumenta, ma non riesce a spingere in rialzo le borse europee

Le borse europee si muovono in ribasso, con il Ftse 100 che registra l’andamento peggiore a causa dell’apprezzamento della sterlina. Il Dax e il Cac 40 hanno ceduto i guadagni iniziali e scendono, con gli investitori fermi in attesa dell’annuncio della Bce. I mercati asiatici hanno chiuso in modo vario: il Nikkei è riuscito a guadagnare lo 0,49% grazie al deprezzamento dello yen contro il dollaro seguito alle dichiarazioni rese da Yellen nella giornata di ieri. La presidente della Fed ha affermato di aspettarsi un graduale innalzamento dei tassi di interesse fino al raggiungimento di un tasso neutrale del 3% nel 2019. Nel frattempo, sui mercati cinesi, i produttori di energia e le imprese minerarie hanno registrato le perdite più gravi. Il prezzo del petrolio è aumentato dai minimi di ieri, ma il Wti rimane fermamente al di sotto dei 52$ al barile, nonostante il declino delle scorte di greggio superiore alle aspettative rilevato dall’Api.

Nella giornata di giovedì, il petrolio si è mosso in lieve rialzo, spinto dalla pubblicazione del rapporto dell’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia (Eia), che ha registrato una riduzione delle scorte. Secondo l’Eia, l’effetto che i tagli dell’Opec stanno avendo sul mercato è, a oggi, difficile da misurare. L’Eia ha, infine, corretto al rialzo le sue stime sulla domanda nel 2016.

Nella serata di mercoledì, l’American Petroleum Institute (Api) ha annunciato che le scorte di greggio sono diminuite di poco più di 5 milioni di barili a fronte del declino previsto di 1 milione di barili. Il dato è stato bilanciato dall’aumento delle scorte di benzina che, pari a 9,75 milioni di barili, è risultato superiore alle aspettative. Nell’ultima settimana, le scorte di distillati, che comprendono prodotti come il gasolio per il riscaldamento e il diesel, sono scese di 1,2 milioni di barili.

L’asta dei titoli di Stato spagnoli ha riflettuto l’irripidimento della curva dei rendimenti. I titoli a cinque anni sono, infatti, stati venduti a un rendimento medio dello 0,399%, in aumento rispetto allo 0,27% del 5 gennaio. Al contempo, il rendimento dei titoli a due anni è sceso dal -0,008% dell’ultima asta del 17 novembre al -0,234%. Con la Bce che riduce ad appena un anno la durata minima dei titoli di Stato che può comprare nel quadro del programma di acquisto di titoli e rimuove il limite sul tasso dei depositi, i rendimenti a breve termine continuano a diminuire, mentre i dati sull’inflazione spingono in alto i rendimenti a lungo termine. Si guarda a tale fenomeno con un certo favore, poiché si ritiene che l’aumento dei rendimenti a lungo termine potrebbe sostenere le banche.

A novembre, l’avanzo di conto corrente è salito dai 28,4 miliardi di euro del mese precedente a 36,1 miliardi di euro. Il surplus dei beni è aumentato da 25,9 miliardi di euro a 30,9 miliardi di euro. Inoltre, l’avanzo primario è notevolmente cresciuto, contribuendo a compensare la contrazione nel surplus dei servizi. Il conto finanziario senza aggiustamento ha mostrato a novembre un deflusso di investimenti diretti e di portafogli pari a -6,3 miliardi di euro che, tuttavia, nello stesso mese, mantiene l’afflusso a 728,1 miliardi di euro su base annua a fronte dei 273,9 miliardi di euro su base annua del novembre 2015.

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