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Il ministro Tria e gli industriali italiani in Cina a caccia di lavoro

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Aug 30, 2018, 14:18 UTC

Mentre in Turchia la lira turca continua il suo trend di risalita (ha raggiunto i 7,58) dopo i minimi toccati il 26 agosto (6,94), in Cina si gioca una partita importante per un pezzo di futuro dell’industria italiana.

Tria in Cina

Infatti è in corso la missione del ministro dell’economia Giovanni Tria in Cina, seguito da una serie di industrie e banche italiane che stanno in queste ore stringendo milionari accordi di investimento. La Cina, infatti, è sempre più un partner strategico e a causa dei dazi imposti da Trump negli USA lo sta diventando ancora di più. Probabilmente l’errore storico che in futuro si farà notare a Trump, è proprio quello di aver favorito la Cina imponendo dazi a mezzo mondo.

Fincantieri costruirà le prime navi da crociera cinesi

Fincantieri ha stipulato un accordo con CSSC (China State Shipbuilding Corporation), il maggior conglomerato cantieristico cinese. Il memorandum prevede l’ampliamento della cooperazione industriale che già esiste tra le due realtà industriali.

La joint venture, come riporta l’ANSA, porterà Fincantieri a realizzare le prime navi crociera cinesi, il paese asiatico, infatti, non è ancora dotato di simili navi. Il turismo in Cina è ancora sul nascere, ma Fincantieri ne ha fiutato le enormi opportunità dal momento che in Cina c isono un miliardo di potenziali turisti che vorranno viaggiare e fare la loro prima crociera.

Ma l’accordo non verte solo sull’asse turistico, Fincantieri supporterà la CSSC sul lato della ricerca navalmeccanica per la realizzazione di unità da impiegare nel settore oil e gas; cruise-ferry; mega yacht; navi speciali; infrastrutture in acciaio; catena di fornitura nell’ambito crocieristico.

L’incontro tra il ministro Tria e gli investitori cinesi

Il Ministro dell’economia Giovanni Tria, durante la sua missione estera, ha rassicurato gli investitori cinesi sullo stato di salute dell’economia italiana.

L’Italia è un Paese affidabile ha detto agli investitori incontrando banche e grandi fondi sovrani come Cic, Safe, National Social Security Fund, Silk Road Fund che già hanno investimenti sul nostro territorio e bisogna evitare di farli scappare.

In particolare il ministro Tria ha dovuto rassicurare gli investitori che l’Italia non intende uscire dall’euro, anzi, che è ben integrata nell’area euro.

La promozione dei porti italiani come nodi di collegamento Cina – Europa

Il ministro Tria ha promosso i nostri porti italiani come i punti di approdo ideali per la Nuova Via marittima della Seta che Pechino intende tracciare nei prossimi decenni.

L’Italia vuole essere protagonista della mega iniziativa Belt and Road che prevede la realizzazione di importanti infrastrutture dall’Asia orientale all’Europa.

Ma la vecchia Italia sa di essere stata già scavalcata da altri porti del Mediterraneo che sono stati più rapidi nel cogliere le opportunità economiche offerte dal partner cinese. Tria ha il difficile compito di convincere il direttore del Silk Fund Road, Wang Yanzhi, che noi siamo affidabili anche in tal senso. L’alternativa per l’Italia sarà di doversi accontentare delle briciole, stringendo accordi con i piccoli Paesi asiatici che sono porti intermedi lungo la Via marittima della Seta.

Tria in visita alla Borsa di Pechino

Nel suo viaggio in Cina Tria sarà ospite della Borsa di Pechino, l’avvenimento cadrà nello stesso giorno in cui la società di rating Fitch emetterà il suo giudizio e l’outlook sul nostro debito pubblico. Se dovesse essere negativo, come lo spiegherà Tria agli investitori cinesi che l’Italia a guida giallo verde, può essere affidabile anche se i primi passi del governo sono stati, ad essere buoni, incauti su molteplici situazioni?

I cinesi potrebbero addirittura essere tentati di investire nella lira turca per diversificare gli investimenti, in attesa di capire se questo governo italiano è capace a governare oppure no.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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