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Il greggio crolla ai minimi degli ultimi sette mesi, mentre le borse continuano a muoversi in rialzo

Da:
David Becker
Pubblicato: Jun 20, 2017, 15:58 UTC

Le borse europee si sono mosse in rialzo: il Dax ha raggiunto un massimo di quota 12951,54, prima di declinare mentre il sentimento sperimentava un

Il greggio crolla ai minimi degli ultimi sette mesi, mentre le borse continuano a muoversi in rialzo

Le borse europee si sono mosse in rialzo: il Dax ha raggiunto un massimo di quota 12951,54, prima di declinare mentre il sentimento sperimentava un miglioramento. Durante la scorsa settimana, gli investitori potrebbero essere stati intimoriti dai toni più da falco del previsto impiegati dalla Fed e della Banca d’Inghilterra nei loro annunci. Tuttavia, Dudely, un membro della Fed, ha ricordato agli investitori che le politiche espansive continueranno a essere attuate ancora per molto tempo. L’andamento positivo delle borse è stato generale, su scala globale. In Asia, il Nikkei si è mosso in rialzo, spinto dal massimo storico toccato da S&P nella giornata di lunedì e dal deprezzamento dello yen, che ha sostenuto i titoli delle imprese esportatrici. Lo Hang Send e il Csi sono andati a consolidare in attesa della decisione sull’inclusione nello Msci. Come quelli statunitensi e nipponici, i mercati europei si sono mossi in rialzo, proseguendo lungo la tendenza positiva avviata nella giornata di ieri. Il Dax ha sperimentato un autentico balzo e, pur con un lieve declino, rimane ai massimi storici. Il Ftse 100 si muove in rialzo, ma rimanendo poco al di sotto dei massimi storici toccati nello scorso mese.

Il greggio crolla ai minimi degli ultimi sette mesi

Il Wti ha perso più del 3% per attestarsi a 43,35$, al di sopra del minimo delle ultime sette settimane toccato nella giornata di ieri a 44,05$. Il mercato petrolifero segue una tendenza nettamente al ribasso dalla fine di maggio: in tale periodo, il prezzo del greggio è diminuito di circa il 15%. Il petrolio viene trascinato in ribasso dall’eccesso di offerta, nonostante la decisione dell’Opec di prorogare i tagli di 1,8 milioni di barili al mese di altri nove mesi. Tra i fattori che pesano sul prezzo del petrolio vi sono l’aumento della produzione negli Stati Uniti, in Nigeria e in Libia e i segnali di un declino della domanda in Asia, la regione a più alto consumo di petrolio di tutto il mondo.

Secondo la Society of Motor Manufacturers and Traders (Smmt), l’industria automobilistica del Regno Unito è a rischio di danni permanenti a causa della Brexit. Si dovrebbe, quindi, concludere un accordo commerciale provvisorio tra Regno Unito e UE, che copra il periodo tra il marzo del 2019 (data prevista per il recesso ufficiale) e la stipula di un’intesa definitiva. L’amministratore delegato della Smmt ha evidenziato che un accordo successivo alla Brexit necessita del consenso dei 27 Stati membri dell’UE, che potrebbe richiedere almeno cinque anni per essere raggiunto. Inoltre, è stato sottolineato come i rischi legati all’incertezza potrebbero determinare tagli per migliaia di posti di lavoro. L’avvio dei negoziati tra Londra e Bruxelles nella giornata di ieri, finora concentratisi su questioni meramente procedurali, ha riportato la Brexit al centro dell’attenzione. La sterlina si trova sotto pressione, mentre, a quanto pare, l’approccio del Regno Unito sta virando verso una Brexit moderata. Il governo di minoranza di Theresa May si trova, infatti, costretto ad ampliare la propria base di consenso.

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