Il mercato sta ormai da settimane puntando sulla divergenza che Eurolandia e Stati Uniti stanno (o starebbero prendendo) dal punto di vista della politica
Il mercato sta ormai da settimane puntando sulla divergenza che Eurolandia e Stati Uniti stanno (o starebbero prendendo) dal punto di vista della politica monetaria. Se Draghi terrà compressi i tassi fino a data da destinarsi, la Yellen preparerà il mercato ad una manovra di rialzo nel costo del denaro se i dati macro conforteranno in tal senso e questo potrebbe dare ulteriore spinta ad un biglietto verde che contro Euro è sceso sotto i minimi di luglio 2012 ed è vicino ai minimi di giugno 2010.
Draghi è riuscito nell’impresa di ridare fiducia all’Euro nel 2012 quando il crack sembrava imminente e di favorire la svalutazione quando la deflazione sembrava alle porte. In tutto ciò c’è stata la combinazione favorevole di materie prime in calo che hanno favorito la forza del biglietto verde nel corso del 2014. La prossima settimana si presenterà ricca di spunti a cominciare dal 6 gennaio quando conosceremo ISM servizi ed ordini di fabbrica, per poi passare al 7 gennaio con la bilancia commerciale e per chiudere il 9 gennaio con l’atteso dato sulla disoccupazione.
Intanto tecnicamente il Dollar Index potrebbe aver ultimato la prima fase di rialzo dopo la rottura della neck line relativa al testa e spalla di inversione di lungo periodo. Atteso ora un return move verso il supporto prima di puntare la bussola verso un teorico obiettivo di figura pari a 100 che potenzialmente potrebbe fornire un ulteriore upside del 10% al biglietto verde.
BOND A RUBA IN EUROPA
Ci siamo per Eurolandia. Al pronti via del 2015 gli investitori si sono affrettati a comprate bond governativi dell’Eurozona portando spread sotto 100 (Spagna-Germania) e tassi ai minimi di sempre (decennale portoghese sotto 2.50% ad esempio). Si compra tutto tranne la Grecia (sempre sopra il 12% le scadenze tre anni) in attesa delle elezioni di fine gennaio; la fiducia nella Bce è altissima ed il rischio ora può essere solo quello di un classico “sell on news” nel momento in cui il tanto atteso QE prenderà forma in un annuncio. Per quello che riguarda i dati attesi nella settimana entrante attenzione ad inflazione e vendite al dettaglio tedesche il 5 gennaio, ai dati di Pmi il 6 gennaio, all’inflazione di Eurolandia il 7 gennaio e alla produzione industriale tedesca e inglese il 9 gennaio. Sempre dalla Gran Bretagna attenzione a giovedì 8 quando la Bank of England terrà il consueto meeting di politica monetaria.
TRADE DELLA SETTIMANA
Assieme al dato della disoccupazione americana il 9 gennaio verrà pubblicato lo stesso numero ma relativo alla disoccupazione canadese. EurCad presenta un interessante profilo tecnico che vede area 1.40 come importante soglia di supporto testate in numerose occasioni da settembre 2014, ma mai violata. Considerando i livelli di supporto raggiunti da EurUsd e gli oscillatori piuttosto ipervenduti è plausibile piazzare un trade long EurCad su questi livelli ovviamente stoppando l’operazione sotto il minimi di novembre di 1.3887.
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