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In Europa sale la tensione, che preme sull’euro

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David Becker
Pubblicato: Feb 9, 2017, 14:04 GMT+00:00

Spinte dall'aumento del prezzo del petrolio, le borse europee si muovono in rialzo. In Germania, gli utili di Commerzbank, Thyssen Krupp e Heidelberger

In Europa sale la tensione, che preme sull’euro

Spinte dall’aumento del prezzo del petrolio, le borse europee si muovono in rialzo. In Germania, gli utili di Commerzbank, Thyssen Krupp e Heidelberger Druck non hanno sorpreso e, all’avvio della sessione, i dati sul commercio di dicembre hanno registrato un netto calo. Nonostante tutto ciò, il Dax si muove in rialzo. Il Cac 40 registra un andamento positivo, con il settore bancario che sperimenta un rimbalzo dopo la pubblicazione degli utili di Société Générale. Negli Stati Uniti, dopo una sessione asiatica in gran parte positiva, ma col Nikkei che cede in attesa della visita di Abe a Washington nella giornata di domani, le borse si sono mosse in lieve rialzo. Nella mattinata di oggi, i mercati sono stati spinti in positivo dall’aumento del petrolio e dai dati sugli utili, ma tale andamento positivo continua a incontrare delle difficoltà. Gli investitori assumono, infatti, un atteggiamento attendista, aspettando maggiori segnali sulle politiche dell’amministrazione Trump. Al contempo, il crescente timore per l’uscita della Grecia dall’Eurozona preme sull’euro.

Il Wti guadagna lo 0,6% per salire a 52,65$, al di sotto del massimo intragiornaliero di 53,03$, che rappresenta il picco degli ultimi due giorni. La mossa estende il rimbalzo dal minimo degli ultimi venti giorni toccato ieri a 51,22$. Il prezzo del greggio continua, quindi, a consolidare intorno a quei 53,0$ osservati dagli inizi di gennaio. L’inatteso ampio incremento delle scorte degli Stati Uniti in questa settimana pesa sul prezzo, sebbene un calo delle scorte di propano abbia bilanciato l’aumento di quelle di petrolio. Ciò suggerisce che la domanda di prodotti petroliferi sia superiore alle previsioni.

Si riaccende il rischio dell’uscita della Grecia dall’euro

Si riaccende il rischio dell’uscita della Grecia dall’euro. Il programma di salvataggio incontra nuovamente delle difficoltà, mentre il Fmi e i creditori europei non concordano sulla sostenibilità del debito greco. Lo spettro di una possibile uscita della Grecia dall’Eurozona torna ad affacciarsi all’orizzonte. Germania e Paesi Bassi hanno insistito sull’importanza cruciale della partecipazione del Fmi. Nella giornata di ieri, il ministro delle Finanze tedesco, Schäuble, ha dichiarato che, per uno Stato membro dell’Eurozona, il taglio del debito è impossibile.

In Grecia, la disoccupazione è stabile e la produzione aumenta. Gli ultimi dati registrano un miglioramento delle condizioni economiche, con la produzione che a dicembre cresce del 2,2% su base annua dopo il 2,0% annuale del mese precedente. Tuttavia, tale aumento è stato in gran parte provocato dall’incremento della produzione di energia elettrica, mentre la produzione manifatturiera è diminuita dell’1,9% su base annua. Infine, la disoccupazione è stabile a un elevato 23%.

A dicembre, l’avanzo commerciale della Germania è stato di 18,4 miliardi di euro, in calo dai 21,8 miliardi di euro del mese precedente. La contrazione è dovuta alla riduzione delle esportazioni, diminuite del 3,3% su base mensile dopo il netto aumento del 3,9% mensile registrato a novembre. A dicembre, dopo l’espansione del 3,5% di novembre, le importazioni sono rimaste invariate. I dati non aggiustati mostrano che, nel 2016, l’avanzo commerciale è stato di 252,9 miliardi di euro: nel 2014, il surplus era di 244,3 miliardi di euro. Sia le esportazioni sia le importazioni sono ai massimi storici.

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