I mercati europei seguono un andamento vario, con quelli periferici che vanno meglio degli altri a seguito della pubblicazione dell'indice Ifo, risultato
I mercati europei seguono un andamento vario, con quelli periferici che vanno meglio degli altri a seguito della pubblicazione dell’indice Ifo, risultato migliore delle aspettative. Nonostante un lieve deprezzamento della sterlina, il Ftse 100 si muove in ribasso. Dopo una sessione asiatica in ampia parte negativa, le borse statunitensi si muovono in rialzo. I mercati nipponici hanno risentito dell’apprezzamento dello yen, mentre lo Hang Seng ha subito la pressione sul settore immobiliare di Hong Kong del crescente costi dei mutui e del calo degli investimenti in Cina continentale. Il prezzo del petrolio è sceso, con il Wti che si assesta intorno ai 52 dollari al barile.
L’indice tedesco Ifo è nuovamente aumentato, con il dato complessivo salito da 110,4 a 111,0, coerentemente con la nostra previsione e oltre la nostra media di 110,4. Dopo il netto incremento dell’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero e il balzo sperimentato dagli ordini, non sorprende che l’indicatore della situazione attuale rappresenti il motore principale, salendo da 115,6 a 116,6. Inoltre, il numero delle aspettative future è altresì aumentato. Il miglioramento di dicembre significa che l’Ifo è salito nel suo complesso da 30,2 nel secondo trimestre a 33,0 nel quarto trimestre. Nella scorsa settimana, l’istituto IFO aveva già annunciato che la crescita del Pil nel quarto settembre avrebbe potuto riservare sorprese positive, aumentando le previsioni di crescita per il prossimo anno.
A quanto pare, la crescita della Germania continua. Tuttavia, la politica decisamente espansiva della Bce e le condizioni del mercato del lavoro aumentano il rischio di squilibri, tra cui un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche nel medio periodo. I bassi tassi di interesse stanno, inoltre, mettendo a dura prova le banche tedesche e il sistema pensionistico della Germania, in particolare perché le tariffe sulla proprietà della casa e i livelli di ricchezza del settore privato sono più bassi che in altri paesi d’Europa.
L’indide Ifo avverte che i tassi della Bce potrebbero essere troppo bassi per l’Eurozona. Fuest, il direttore dell’Ifo, ha dichiarato che i tassi sono troppo bassi per la Germania, avvertendo che l’industria tedesca sta crescendo, grazie all’euro debole e all’ovvio boom bel settore edilizio, mentre i rendimenti degli investimenti in altri settori non sono altrettanto positivi. Mentre adotta sempre più misure contro l’incertezza, la Bce rischia che degli squilibri colpiscano la Germania, prima economia dell’Eurozona, ove i consumatori si trovano a dovere affrontare i crescenti deficit delle pensioni.
Per il quarto trimestre, la Bundesbank prevede una crescita decisa. Nell’ultimo rapporto mensile, la banca centrale tedesca sostiene che, nell’ultimo trimestre dell’anno, l’economia ha innestato una marcia in più, con un netto miglioramento del settore manifatturiero. Al contempo, a dicembre, l’inflazione potrebbe salire oltre l’1%. Tale esito sarebbe palesemente al di sotto della definizione di stabilità dei prezzi data dalla Bce, ma segnalerebbe egualmente che i tassi principali stanno salendo. Ciò unito all’inflazione del costo del lavoro in Germania, che supera la media dell’Eurozona, è difficile non essere d’accordo con l’istituto Ifo, secondo cui i tassi della Bce sono troppo bassi per la Germania e forse per l’Europa.