Le Borse dell'Eurozona sono in salita, con il DAX che sale sopra i 12600 punti per la prima volta. I partecipanti al mercato sembrano celebrare una
Le Borse dell’Eurozona sono in salita, con il DAX che sale sopra i 12600 punti per la prima volta. I partecipanti al mercato sembrano celebrare una vittoria di Macron in anticipo. I mercati europei si sono scrollati di dosso le perdite subite nel corso della sessione asiatica trascinata in ribasso dal settore minerario, con il metallo ferroso che continua a calare. Il settore minerario appare sotto pressione anche in Europa, tuttavia ciò non ha impedito un’ampia mossa rialzista degli indici europei; l’Eurozona e soprattutto i mercati italiani mostrano un andamento positivo. Il MIB ha guadagnato l’1,48%, il DAX è salito dello 0,85% raggiungendo un livello record sopra i 12600, con i mercati che celebrano una vittoria prevista di Macron, dopo l’ultimo dibattito con la Le Pen, nella speranza che non ci siano cambiamenti all’ultimo minuto a favore della candidata euro-scettica di estrema destra. La performance positiva del mercato italiano evidenzia i forti timori del Paese di poter essere il prossimo a dover fronteggiare forze anti europeiste, se queste dovessero vincere in Francia. Anche i future sulle azioni statunitensi si muovono in rialzo, mentre i prezzi del petrolio mostrano un ribasso.
Il greggio WTI registra un nuovo livello minimo da sei settimane a questa parte, proseguendo il declino visto ieri dopo il rilascio dei dati settimanali dell’EIA sulle scorte di greggio, che non hanno evidenziato lo stesso numero positivo che appariva nel rapporto dell’API. Al momento i prezzi mostrano un calo dell’1,1%, al livello dei 47,19$.
Le vendite al dettaglio dell’Eurozona, a marzo sono salite dello 0,3% su base mensile, in modo maggiore di quanto preventivato, pur in presenza della correzione del dato di febbraio, rivisto in ribasso allo 0,5% su base mensile, dallo 0,7% su base mensile, indicato in precedenza. Il dato di marzo ha portato il tasso di crescita trimestrale allo 0,3% su base trimestrale, in ribasso dallo 0,8% su base trimestrale mostrato nel quarto trimestre dello scorso anno. Ancora una volta, l’effetto della festività pasquale ha pesato sui dati del primo trimestre, ma contribuirà a innalzare a sua volta i dati di aprile e quelli relativi al secondo trimestre e, con i dati della crescita del PIL nel primo trimestre che sono già stati comunicati, i dati aggiungono delle informazioni di base piuttosto che modificare la previsione.
L’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi dell’Eurozona per il mese di aprile è stato rivisto in rialzo
Il PMI di aprile per il settore dei servizi dell’Eurozona è stato rivisto in rialzo a 56,4 dal 56,2 indicato in precedenza e rispetto al 56,0 di marzo aumenta il dato composito a 56,8, dal 56,7 della lettura preliminare e dal 56,4 del dato composito di marzo. La disaggregazione per Paese mostra una netta revisione in ribasso del dato relativo alla Francia, da 57,7 a 56,7, indicando così che i servizi in Francia mostrano un calo dal 57,5 di marzo, tuttavia ciò è stato compensato dalla revisione in rialzo del dato relativo alla Germania e da un balzo del PMI dell’Italia a 56,2, dal 52,9 di marzo. La Markit ha detto che la crescita della produzione mostra un’accelerazione per quanto riguarda le manifatture e i fornitori di servizi e ha toccato la percentuale più alta degli ultimi 72 mesi. A sostenere la crescita è stato il forte aumento degli affari in entrata e gli ordini aumentano da 29 mesi. Anche la crescita dell’occupazione continua a migliorare e con l’inflazione dei prezzi alla produzione che continua a crescere e i prezzi medi di vendita che salgono a un ritmo vicino al massimo degli ultimi sei anni, i dati aumenteranno le richieste dei falchi della Commissione per diminuire l’inclinazione positiva alla prossima riunione di giugno.
Il FOMC ha mantenuto la mano ferma sulla politica monetaria di maggio, aspettando saggiamente notizie più concrete sul fronte fiscale, che ha mostrato di essere una battaglia più lunga di quanto ci si sarebbe aspettato inizialmente. La Fed ha anche dato nuova vitalità al termine “transitorio”, per descrivere il rallentamento della crescita nel primo trimestre, accanto al recente “punto di ribasso” riferito al CPI Core. Tuttavia, al di fuori di alcune sottili forme retoriche, la porta è rimasta spalancata verso una stretta monetaria a giugno, se i dati mostreranno il rimbalzo previsto.