Il Wti perde il 2% per venire negoziato a 48,65$, continuando a muoversi in ribasso dal picco delle ultime quattro sessioni a 50,29$ raggiunto nella giornata di lunedì. Il minimo dei 48,18$ toccato durante la sessione di venerdì scorso torna, quindi, all’attenzione dei trader. Un ulteriore fattore di notevole interesse per gli investitori è l’incremento della produzione in Libia, Secondo la Nation Oil Corporation, la compagnia petrolifera statale della Libia, nel corso di questa settimana, la produzione dovrebbe aumentare di 800000 barili, così come dovrebbero crescere le esportazioni. Tutto ciò si accompagna all’incremento della produzione di olio di scisto negli Stati Uniti, che potrebbe bilanciare la proroga dei tagli di 1,8 milioni di barili al giorno attuati dall’Opec.
In Germania, il mese di aprile ha visto una flessione delle vendite al dettaglio, che diminuiscono dello 0,2% mensile e dello 0,9% annuo. A marzo, il dato annuo era del 2,9%. I risultati deludono, ma è difficile dire quanto la contrazione dipenda dal ritardo con cui è giunta la Pasqua nel 2017. Va, inoltre, considerato che i dati ufficiali sulle vendite al dettaglio sono spesso affetti da volatilità e coprono meno del 50% dei consumi privati. Pertanto, il risultato non indica necessariamente che la crescita dei consumi, ossia il motore della ripresa, sta rallentando, specialmente poiché le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide.
L’inflazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’Eurozona è risultata inferiore alle aspettative
A maggio, l’inflazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’Eurozona è scesa ad appena l’1,4%, deludendo le aspettative. Il rallentamento dall’1,9% annuo di aprile rafforza la posizione di Draghi e Praet, secondo cui la ripresa appare solida, ma l’inflazione è ancora debole. In particolare, l’inlfazione core è scesa dall’1,2% di aprile allo 0,9% di maggio.
I verbali della Fed hanno mostrato che, il 27 aprile, dieci direttori su dodici hanno votato per mantenere i tassi all’1,50%. Il 27 marzo, il voto era stato unanime. Le due banche contrarie, quella di Richmond e KC, erano favorevoli a un innalzamento di venticinque punti base all’1,75%. Nel sistema della Fed, queste banche sono tra quelle che con più forza sostengono le misure restrittive. In generale, i direttori ritengono che l’economia stia continuando a migliorare in un contesto di ottimismo, che pervade sia le imprese sia le famiglie.
