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Con il ritorno dell’avversione al rischio nei mercati periferici, le borse europee si muovono in ribasso

Da:
David Becker
Pubblicato: Jun 21, 2017, 15:56 UTC

Le borse europee continuano a muoversi in ribasso. Il crollo del prezzo del greggio ha provocato una nuova ondata di avversione al rischio, diffondendo

Con il ritorno dell’avversione al rischio nei mercati periferici, le borse europee si muovono in ribasso

Le borse europee continuano a muoversi in ribasso. Il crollo del prezzo del greggio ha provocato una nuova ondata di avversione al rischio, diffondendo pessimismo sui mercati. Il declino avviato a Wall Street nella giornata di martedì ha proseguito sulle piazze asiatiche. Il Csi 300 si è mosso in ribasso, ma è riuscito a chiudere con un guadagno dell’1,17%. La mossa positiva è stata provocata dalla decisione di Msci di includere 222 grandi imprese cinesi nell’indice dei mercati emergenti del 2018. Altrove, il declino dei titoli dei produttori di materie prime, dovuto alla preoccupazione per il crollo del prezzo del petrolio e per l’eccesso di offerta, ha trascinato le borse in ribasso. L’Asx ha subito le perdite più gravi, cedendo circa l’1,6%. L’ondata di ribasso ha raggiunto l’Europa. Dopo avere toccato i massimi storici nella giornata di martedì, il Dax si è mosso in ribasso. L’andamento peggiore è stato registrato dai mercati della periferia dell’Eurozona. L’Euro Stoxx 50 ha perso circa l’1%. Grazie alle dichiarazioni rese da Carney nella giornata di martedì, che hanno tranquillizzato i mercati, intimoriti dalla possibilità di una manovra restrittiva, e al deprezzamento della sterlina, il FTSE 100 si è mosso in rialzo. Il prezzo del greggio è tornato a salire dal minimo dei 42,75$ toccato nella giornata di ieri. Tuttavia, il rialzo si è arrestato poco al di sopra dei 43$ al barile. Il petrolio rimane, dunque, sotto pressione a causa dell’aumento della produzione in Libia e Nigeria, che solleva nuovi dubbi sull’efficacia delle misure dell’Opec. A tale preoccupazione si aggiunge quella per la contrazione del 26% subita dalle esportazioni di acciaio dalla Cina. Il dato pone in dubbio le prospettive di crescita dell’economia globale.

May si è presentata al discorso della regina senza avere raggiunto un accordo con il PUD. Nella giornata di oggi, la sovrana leggerà il programma del governo innanzi ai deputati. Il documento dovrebbe concentrarsi quasi esclusivamente sulla Brexit, eliminando tutte le questioni controverse che hanno impedito al Partito Conservatore di ottenere la maggioranza. A ogni modo, con l’esito dei colloqui col PUD che pare ormai negativo, May non può essere certa che il suo programma troverà il necessario supporto alla Camera dei Comuni. Intanto, si vocifera di un accordo tra il Partito Conservatore e i liberaldemocratici, contrari alla Brexit. Persino tra i Tories, vi sono opinioni contrastanti sull’accordo di recesso del Regno Unito dall’UE. Per esempio, il cancelliere dello Scacchiere ritiene che l’attenzione debba essere concentrata sulle conseguenze economiche e non, come sostiene May, sull’immigrazione. Per il responsabile delle finanze, non si deve escludere la possibilità che il Regno Unito rimanga nel mercato unico, anche a costo di accettare la libertà di circolazione richiesta dall’UE.

I verbali della Banca del Giappone rivelano che le misure espansive verranno mantenute

I verbali dell’ultima riunione della Banca del Giappone, svoltasi dal 26 al 27 aprile, mostrano che l’autorità di politica monetaria  non è preoccupata dalla possibilità che, nell’esecuzione delle operazioni di mercato aperto, gli acquisti di titoli del debito pubblico siano inferiori agli obiettivi prefissati. Il governatore Kuroda ritiene corretto mantenere le attuali misure espansive, poiché i prezzi stentano ad aumentare, rimanendo lontani dall’obiettivo di inflazione fissato dalla Banca del Giappone. Durante un discorso tenuto nella giornata di mercoledì, Kuroda ha ribadito il crescente ottimismo della Banca del Giappone per le previsioni economiche, dovuto all’incremento delle esportazioni, a una maggiore produzione industriale e al miglioramento del mercato del lavoro.

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