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A causa della preoccupazione generata dal bilancio del Fomc, le borse europee si muovono in ribasso

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David Becker
Pubblicato: Apr 6, 2017, 14:58 GMT+00:00

A seguito del generale declino subito dai mercati asiatici, le borse europee si muovono in gran parte in ribasso, mentre gli investitori elaborano i

A causa della preoccupazione generata dal bilancio del Fomc, le borse europee si muovono in ribasso

A seguito del generale declino subito dai mercati asiatici, le borse europee si muovono in gran parte in ribasso, mentre gli investitori elaborano i verbali del Fomc pubblicati nella giornata di ieri. Il documento ha mostrato che la Fed ha discusso della riduzione del suo bilancio nel corso dell’anno. Il Nikkei ha chiuso con una perdita dell’1,40% e anche l’Asx e lo Hang Seng si sono mossi in ribasso. In Europa, il Ftse 100 cede circa lo 0,50% e il Dax registra una perdita simile.

I mercati dell’Eurozona sono riusciti a recuperare parte delle perdite, con il Cac 40 e l’Ibex 35 che si muovono in lieve rialzo a seguito delle dichiarazioni di Draghi, che portano a escludere un innalzamento dei tassi e una progressiva riduzione delle misure espansive. Tuttavia, gli investitori rimangono prudenti in attesa del vertice tra Trump e Xi Jinping e dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti. Al contempo, il prezzo del petrolio sperimenta lievi variazioni. I verbali della Bce, di imminente pubblicazione, forniranno ulteriori indicazioni circa le opinioni sempre più divergenti in seno al Consiglio direttivo.

Il Wti aumenta a 51,29$, ma rimane al di sotto del picco mensile di 51,88$ toccato nella giornata di ieri. Tale incremento segna una notevole azione del prezzo, poiché segue l’espansione delle scorte di greggio degli Stati Uniti registrata nell’ultima settimana. L’assenza di vendite sostenute suggerisce che potrebbero esservi delle variazioni nell’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato petrolifero, come pare dimostrare la riduzione dell’offerta in Asia.

A febbraio, gli ordini del settore manifatturiero in Germania sono aumentati del 3,4% mensile, deludendo le aspettative. Tuttavia, con la lettura di gennaio corretto in rialzo dal -7,4% al -6,8% mensile,  il dato annuo balza al 4,6%. Gli ordini interni sono nettamente cresciuti rispetto al calo subito all’inizio dell’anno, mentre gli ordini delle esportazioni segnano una stagnazione. La contrazione degli ordini dall’Eurozona, la seconda consecutiva, ha, infatti, bilanciato l’aumento degli ordini dai paesi che non fanno parte dell’area dell’euro. Gli ordini interni di beni capitale, misura degli investimenti futuri, sono aumentati del 4,2% mensile.

A marzo, l’indice dei direttori degli acquisti al dettaglio dell’Eurozona segna una flessione

A marzo, l’indice dei direttori degli acquisti al dettaglio dell’Eurozona ha registrato una lieve flessione da 49,9 a 49,5. Il dato indica una contrazione, in particolare in Italia e in Francia. Il ritardo con cui cade la Pasqua potrebbe provocare alcune distorsioni nel periodo tra marzo e aprile, ma l’indice generale di aprile dovrebbe segnalare un miglioramento.

I verbali del Fomc hanno mostrato che i reinvestimenti potrebbero essere modificati verso la fine del 2017. Come e quando ciò accadrà è ancora oggetto di discussione. Molti ritengono che la riduzione del bilancio seguirà un approccio passivo. Inoltre, sia i titoli del Tesoro degli Stati Uniti sia gli Mbs dovrebbero rientrare nelle modifiche ai reinvestimenti. Tuttavia, si è anche dibattuto dei costi e benefici dell’interruzione o della completa cessazione del reinvestimento del principale.

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