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Borse mondiali, Natale senza guadagni? Le tensioni che spaventano

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Dec 6, 2021, 09:08 UTC

Borse mondiali, questo Natale sarà senza guadagni? Ci sono varie tensioni che spaventano i mercati finanziari: inflazione, geopolitica, take profit.

Borse mondiali

Come sarà questo Natale sulle Borse mondiali? Lo scorso anno, il 2020 dello scoppio della pandemia, i mercati si chiusero con rialzi storici e un inizio di 2021 scoppiettante.

Questa chiusura d’anno del 2021 presenta invece una situazione del tutto opposta e per certi versi sorprendente. A rigor di logica ci saremmo aspettati minore intensità di crescita nel 2020 e maggiore verso la fine del 2021: questo è l’anno in cui abbiamo i vaccini per combattere la minaccia Covid-19.

Ed invece i mercati finanziari non rispondono a questa logica così semplice, sono complessi e anche anticipatori. Per dirla con una battuta, i mercati la logica la battono sul tempo.

E che sia un Natale senza un rialzo lo si è già visto nel mercato delle criptovalute, dove il tanto atteso rally di fine ciclo non si è verificato (o c’è già stato?) e si teme proprio che non si verificherà.

Tornando alle borse mondiali, l’anno si chiude con molte incertezze. Più di quelle che si vorrebbero.

Non solo inflazione

Non è solo una questione di inflazione, da mesi scrivevamo che il timore che non sarebbe stata transitoria c’era tutto. Ed infatti Jerome Powell nell’ultima relazione presentata dopo essere stato rieletto alla guida della Fed, ha tolto la parola “transitoria” indicando che si tratta di una inflazione che è qui per restare.

E così adesso si attendono le mosse della Fed il 15 dicembre, quando in Europa sarà notte. Cosa attendersi? Che il FOMC decida di ridurre più drasticamente il pompaggio di denaro, quindi di ridurre l’acquisto dei titoli e magari di intervenire sui tassi di interesse già nella prima metà del 2022 e non più nella seconda metà o nel 2023.

Le prese di profitto

Non c’è solo l’inflazione, ma ci sono anche le prese di profitto. Molti investitori che hanno approfittato del crollo nella prima parte del 2020 hanno comprato, ed ora incassano i profitti. Anche quanti hanno comprato nel corso del 2020 hanno capito che questo è più il tempo del raccolto.

Chi ci guadagna in questa situazione è chi ha investito durante la fase di crescita, ma anche chi non è entrato prima e ne approfitta dei ribassi per acquistare titoli a sconto.

Per questi ultimi, sarà bene attendere metà dicembre prima di proseguire. Perché gli sconti reali potrebbero non essere ancora arrivati.

Immobiliare cinese

L’immobiliare cinese non fa paura perché il governo cinese è intervenuto obbligando il fondatore e presidente Hui Ka Yan a metterci soldi di tasca sua. Ma gli 1,1 miliardi di dollari messi attraverso la vendita di proprietà personali (case, jet privati, ecc.) non sono bastati.

I miliardi di debiti da ripagare sono 300, l’Economia del Corriere scrive che la società venerdì scorso ha ricevuto una richiesta di rimborso.

Investire in Cina, in questo momento, potrebbe non essere un affare neppure per chi compra al ribasso.

I timori geopolitici

Le pandemie possono generare guerre, questo ce lo racconta la storia. Le pandemie cambiano spesso lo scacchiere geopolitico e anche questa pandemia potrebbe essere una sorta di “ricorso storico”.

La Cina continua a fare pressione su Taiwan che considera solo una provincia ribelle e non uno Stato indipendente.

La Russia ha ammassato decine di migliaia di uomini al confine con l’Ucraina e pare che voglia far scoppiare una “guerra di Natale” (non quello ortodosso, però) per annettere gran parte del paese ex-Urss.

Tra Iran e Israele non corre buon sangue e la situazione potrebbe degenerare se non si troverà, a Vienna, un nuovo accordo sul nucleare.

Guerre in vista? Magari no, ma basta la tensione a rendere le borse mondiali volatili.

2022, tra take profit e opportunità ribassiste.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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