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In attesa del discorso di Trump al Congresso, le borse vanno a consolidare

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David Becker
Pubblicato: Feb 27, 2017, 17:00 GMT+00:00

Con i rendimenti in lieve rialzo, le borse europee seguono un andamento vario. I titoli del Tesoro degli Stati Uniti e i Bund tedeschi si muovono in

In attesa del discorso di Trump al Congresso, le borse vanno a consolidare

Con i rendimenti in lieve rialzo, le borse europee seguono un andamento vario. I titoli del Tesoro degli Stati Uniti e i Bund tedeschi si muovono in leggero ribasso, mentre i mercati asiatici e quelli della periferia dell’Eurozona guadagnano qualche punto. In attesa del discorso che Trump terrà al Congresso nella giornata di martedì, l’attività di trading è stata caratterizzata da prudenza. In Giappone, il mercato azionario segue un andamento vario, con il Nikkei che registra le perdite maggiori, pari all’1%, a causa dell’apprezzamento dello yen provocato dall’incremento della propensione al rischio. Le borse statunitensi rimangono praticamente invariate, così come il Ftse 100 e il Dax. L’indice britannico si muove in rialzo, spinto dalle notizie sulla possibilità di un nuovo voto sull’indipendenza della Scozia immediatamente dopo che il governo di Londra avrà invocato l’applicazione dell’art. 50 del TUE a marzo. I dati sulla fiducia nell’Unione Monetaria Europea non sono stati tanto positivi quanto previsto.

Secondo The Times, la Scozia potrebbe tenere un secondo referendum sull’indipendenza già il mese prossimo. La notizia è all’origine dell’iniziale ondata di vendite che ha caratterizzato la sterlina. Il voto verrà calendarizzato in base all’invocazione dell’art. 50 del TUE da parte del governo britannico. Al referendum dello scorso anno, la maggioranza degli Scozzesi ha votato per la permanenza nell’UE. Da allora, il Partito Nazionale Scozzese ha minacciato una seconda consultazione popolare sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito qualora fosse passata la linea della Brexit intransigente.

La M3 dell’Eurozona vede un rallentamento della crescita

La crescita della M3 dell’Eurozona è diminuita dal 5,0% su base annua del mese scorso al 4,9% annuo. La crescita dei prestiti mostra dati diversi. Quella dei prestiti a imprese non finanziarie è scesa dall’1,9% all’1,7%, mentre i perstiti alle famiglie sono aumentati dal 2,2% al 2,4% su base annua. Il credito al consumo è cresciuto dal 3,9% al 4,1% annuo. I prestiti per l’acquisto delle abitazioni sono rimasti stabili al 2,7% su base annua.

L’indice Esi della fiducia nell’Unione Monetaria Europea è salito dal 107,9 di gennaio al 108,0 di marzo. Il dato è lievemente inferiore alle aspettative perché ol calo della fiducia dei consumatori è riuscito a bilanciare il chiaro miglioramento della fiducia nel settore dei servizi e nell’industria. A quanto pare, la situazione sta migliorando, specialmente per quanto riguarda le imprese, con l’aumento dell’occupazione. Tuttavia, la fiducia dei consumatori risente negativamente delle turbolenze politiche. L’incertezza pesa sulla fiducia, nonostante il miglioramento delle condizioni, anche sul piano individuale. Tale divario è stato riflesso anche dall’indice nazionale francese della fiducia delle imprese.

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