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ATTACCO ALLO SHALE OIL

Da
FX Empire
Pubblicato: Nov 30, 2014, 16:22 GMT+00:00

PETROLIO E TASSI DI INTERESSE Mentre tutti si continuano a concentrare sulle “speranze” di rialzo dei tassi di interesse, le guerre finanziarie si

ATTACCO ALLO SHALE OIL

PETROLIO E TASSI DI INTERESSE

Mentre tutti si continuano a concentrare sulle “speranze” di rialzo dei tassi di interesse, le guerre finanziarie si moltiplicano. Ci sono le guerre valutarie tra paesi asiatici (Giappone contro gli altri), ci sono le guerra da esportazione di deflazione (l’Europa ne è una vittima) ed infine ci sono le guerre sul prezzo del petrolio (paesi Opec contro produttori americani).

Il vistoso calo del prezzo del petrolio avrà certamente impatti su alcune aree economiche il cui Pil dipende dal prezzo del greggio (di seguito una interessante tabella di Societe Generale sul tema), ma anche sui produttori di petrolio del Nord America “condannati” ad ottenere profittabilità nell’estrazione con prezzi mediamente superiori ai 70/80$ al barile. Ma il ribasso del prezzo rappresenta anche un ottimo regalo di Natale per i consumatori ed un pessimo regalo per le banche centrali che si scontreranno con attese di inflazione sempre più basse.

ATTACCO ALLO SHALE OIL

I dati americani di questa settimana incideranno e non poco sulla volatilità dei mercati. Si parte con l’Ism manifatturiero il primo dicembre per passare al Ism servizi e al Beige Book il 3 dicembre, per poi chiudere il 5 dicembre con disoccupazione e bilancia commerciale.

GLI SFORZI DI DRAGHI E LA DEFLAZIONE CHE AVANZA

Il meeting della Bce della settimana entrante non sarà altro che un ribadire da parte di Draghi della volontà della Bce di agire in fretta qualora i livelli di inflazione dovessero avvicinarsi troppo lo zero. Nello stesso tempo i Governi dovranno agire in questo momento per sfruttare la combinazione di bassi tassi di interesse e di bassi costi energetici per aumentare gli investimenti e riformare gli Stati.  Gli unici dati macro di rilievo questa settimana saranno concentrati venerdì 5 e riguarderanno gli ordini di fabbrica tedeschi.

FOCUS AUSTRALIA

Sarà una settimana intensa per un paese produttore di commodity come l’Australia che di fronte ad uno sbriciolarsi continua delle quotazioni di prezzi di commodities legate ai metalli (il rame ha sfondato al ribasso la delicata soglia dei 300$) non può che compensare con la svalutazione del dollaro australiano. Per questo motivo sarà interessante capire come si muoverà la banca centrale in termini di politica monetaria il 2 dicembre. La settimana sarà poi molto intensa in termini di dati con il Pil pubblicato il 3 dicembre e le vendite al dettaglio con bilancia commerciale il 4 dicembre.

TRADE DELLA SETTIMANA

Il Canada è uno di quei paesi che ovviamente soffre dei ripetuti cali nel prezzo del petrolio. Logicamente molte compagnie estrattrici di sabbie bituminose vedranno comprimersi i margini di guadagno ed il paese potrebbe subire contraccolpi non così positivi in termini di bilancio. Ovviamente la svalutazione è un’arma alla quale ricorrere per compensare il fenomeno e la tecnica delle Ichimoku cloud segnala la ripartenza del rialzo di UsdCad in ottica daily e weekly. Il long UsdCad potrebbe poi essere rinforzato dai dati sulla disoccupazione del 5 dicembre, ma soprattutto dalla decisione sui tassi di interesse della banca centrale canadese previso per il 3 dicembre.

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