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Acqua potabile come tema di investimento? Ecco perché lo è diventato

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Aug 30, 2021, 07:25 UTC

L'acqua potabile come tema di investimento non è così di nicchia come si possa credere. Ecco perché prenderlo sul serio.

acqua potabile

Una persona su tre nel mondo non ha accesso all’acqua potabile, e sono estese le aree geografiche dove le acque reflue non sono trattate presso centri di trattamento delle acque di scarico prima dell’immissione in fiumi e in mare. Non basta, perché i cambiamenti climatici hanno reso difficoltoso l’approvvigionamento di acqua potabile alle popolazioni e servono soluzioni alternative come i desalinizzatori.

Basterebbe questa sintesi per far comprendere come l’acqua potabile sia un concreto tema di investimento, ma ad essa si aggiungono anche i numeri del Sustainable Development Solutions Network che prevedono centinaia di miliardi di dollari da investire entro il 2030 per garantire l’accesso all’acqua potabile e a servizi igienici.

Dove manca acqua potabile, infatti, mancano anche i servizi igienici capaci di garantire maggiore sanità alle persone e quindi migliore qualità della vita.

Con così tanti miliardi di dollari da investire, è impensabile che tutto possa essere realizzato dal pubblico o dal Fondo monetario internazionale (Fmi) senza la partecipazione del privato e di aziende specializzate nella realizzazione delle infrastrutture idriche e della gestione delle acque in modo efficiente.

Inoltre, come fa notare il Financialounge su dati ONU, alcune nazioni sono carenti in termini di finanziamenti anche del 60%, avvalorando ulteriormente la necessità dell’intervento del privato per colmare il gap.

Acqua potabile e investimenti, i veicoli

Quali i veicoli di investimento utili per l’acqua potabile? Sicuramente gli strumenti finanziari con caratteristiche ESG, tra cui i green bond e i blue bond. Soluzioni che vanno bene sia per le nazioni, che per le aziende del settore.

Perché la sostenibilità è necessaria negli investimenti in acqua potabile? Perché l’acqua non è una risorsa infinita come si pensava fino a qualche decennio fa, ma è invece una risorsa che sta diventando scarsa e quindi preziosa.

Servono quindi investimenti strutturali nel garantire l’approvvigionamento in modo oculato dell’acqua e con una gestione sostenibile nel tempo che azzeri gli sprechi lungo l’intera filiera.

Accesso all’acqua potabile, ma anche acque reflue

Il numero di persone a cui manca l’acqua potabile è in continua crescita e la carenza d’acqua innescata dall’emergenza climatica ha creato una nuova categoria di migranti ed anche causato conflitti locali.

Non solo l’acqua potabile, ma anche la gestione delle acque reflue è un grave problema ambientale perché l’80% di esse non è trattata ma scaricata direttamente in mare con tutte le conseguenze del caso.

Per risolvere tali situazioni non servono solo decisioni politiche e l’attivismo degli ecologisti, ma anche l’apporto imprescindibile degli investitori che mettono i soldi per creare le infrastrutture necessarie.

L’acqua potabile come tema di investimento si presenta quindi come una interessante nicchia nella quale chi si riconosce negli investimenti etici potrebbe trovare soddisfacenti e appaganti opportunità.

I Paesi emergenti

I Paesi emergenti e più poveri sono quelli dove l’approvvigionamento di acqua è reso più difficoltoso dalla carenza delle infrastrutture, ma allo stesso tempo sono anche le nazioni con la crescita demografica più elevata.

Crescita della popolazione, cambiamenti climatici, assenza di acqua potabile, sono un mix esplosivo per tali contesti geografici.

Si ipotizza che entro il 2030, 700 milioni di persone potrebbero essere costrette a emigrare verso altri contesti pur di avere acqua da bere.

L’acqua è l’essenza della vita sulla Terra, senza acqua potabile l’umanità è condannata.

Più in generale, la carenza d’acqua è un problema economico perché non garantisce la coltivazione dei terreni, scatena malattie e scatena guerre.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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