Tradotto con IA
I negoziatori commerciali di USA e Cina si sono riuniti a Londra per colloqui ad alta posta in gioco, mentre gli operatori seguono da vicino gli esiti che potrebbero sconvolgere le catene di approvvigionamento e appesantire i settori chiave. L’attenzione si sposta dalle tariffe ai controlli sulle esportazioni, in particolare riguardo ai minerali delle terre rare, fondamentali per la tecnologia e la difesa. I future azionari erano stabili nelle prime ore di lunedì, ma il mercato nel suo complesso resta vigile.
Gli USA chiedono alla Cina di riprendere e accelerare le esportazioni dei minerali delle terre rare, materiali impiegati in prodotti che spaziano dai semiconduttori ai caccia. Sebbene la Cina abbia fatto un gesto di buona volontà approvando alcune licenze di esportazione, i ritardi hanno sollevato preoccupazioni a Washington. In risposta, gli USA hanno iniziato a revocare le licenze che permettevano alle imprese americane di esportare elementi fondamentali verso la Cina, come componenti per motori a reazione e software per la produzione di chip.
Questo approccio a tit-for-tat aumenta la pressione su aziende come Nvidia (NVDA), Intel (INTC), Lockheed Martin (LMT) e General Electric (GE), tutte dipendenti da flussi costanti di componenti e materiali critici. Se i colloqui dovessero bloccarsi, ci si aspetta che l’effetto domino si manifesti su questi titoli.
Dati commerciali recenti mostrano che le spedizioni cinesi verso gli USA sono diminuite del 35% su base annua a maggio, il calo più marcato dai lockdown Covid del 2020. La flessione è seguita a un calo del 21% in aprile e suggerisce che la sospensione delle tariffe non ha ripristinato i flussi commerciali. Parte del volume perso è stato reindirizzato verso il Sud-Est asiatico e l’UE, ma gli importatori americani restano esposti a ritardi e a costi di trasporto più elevati.
Per le catene di approvvigionamento al dettaglio e industriali, ciò comporta una maggiore volatilità. Le prenotazioni per il trasporto merci e i prezzi dei container sono aumentati dalla tregua temporanea raggiunta il mese scorso, e i dirigenti restano cauti nel concludere ordini a lungo termine.
Le azioni dei settori industriale e tecnologico sono le più a rischio in caso di rottura dei colloqui. I produttori di chip e le aziende aerospaziali, in particolare, si trovano ad affrontare incertezze legate all’accesso ai minerali delle terre rare. Le azioni di Intel, Broadcom (AVGO), Boeing (BA) e Raytheon (RTX) potrebbero subire pressioni.
Anche le aziende dei settori dei materiali e dell’energia potrebbero sentirne il peso. L’accesso limitato da parte della Cina all’etano statunitense, un input fondamentale per la produzione di materie plastiche, potrebbe incidere sui prezzi e sulla domanda per giganti chimici americani come Dow Inc. (DOW) e LyondellBasell (LYB).
Con l’S&P 500 che si mantiene ancora sopra i 6000, il mercato nel suo complesso non mostra segni di panico… ancora. Tuttavia, gli operatori dovrebbero adottare una posizione difensiva sui titoli strettamente collegati al commercio internazionale.
Fino a quando non emergeranno progressi tangibili a Londra, si prevede una maggiore volatilità nei settori dei semiconduttori, dell’industriale e dei materiali. Un accordo potrebbe rapidamente migliorare il sentiment, mentre un fallimento potrebbe innescare vendite a breve termine. Restate agili e attenti ai rischi evidenziati dai titoli questa settimana.
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James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.