Nuove tensioni fra Stati Uniti e Cina che mettono di mal umore gli investitori e rendono difficili le trattative in corso.
Altra giornata di ribassi per il Dr. Copper che perde quest’oggi terreno a causa di nuove tensioni nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il presidente cinese Xi Jinping si è detto ieri contrariato per due motivi:
L’amministrazione Trump si è subito affrettata nel dichiarare che il presidente degli Stati Uniti vuole ancora incontrare il suo omologo cinese Xi Jinping nel tentativo di porre fine alla guerra commerciale. “Trump vuole incontrare il presidente Xi molto presto”, ha detto il consigliere della Casa Bianca Kellyanne Conway lunedì su Fox News. “Questa amministrazione vuole un accordo, che sia giusto per gli americani, i lavoratori americani e negli interessi americani”.
L’incertezza sul fatto che i leader possano non incontrarsi per finalizzare un accordo ha alimentato la preoccupazione che i negoziati stiano vacillando con l’avvicinarsi della scadenza del primo marzo . Se non c’è un accordo entro quella data, il presidente Donald Trump ha minacciato più volte che raddoppierà il tasso delle tariffe di $ 200 miliardi sulle importazioni cinesi.
A complicare i rapporti delle due nazioni, due cacciatorpedinieri della Marina degli Stati Uniti hanno ieri navigato entro le 12 miglia dalle isole artificiali rivendicate dalla Cina nel Mar Cinese Meridionale; come previsto l’operazione ha attirato una rapida condanna da parte del governo cinese. Il Mar Cinese Meridionale costituisce la “via della seta” del terzo millennio, con un terzo del trasporto mondiale che vi naviga ogni anno, in gran parte attraversando lo stretto strategico di Malacca.
Non è la prima volta che la marina americana provoca quella cinese, costeggiando le isole artificiali e ricevendo più volte segnali di fare dietrofront. La US Navy ha sempre risposto a quegli inviti dicendo che stava navigando in acque internazionali. L’Ottobre dello scorso anno si è infatti rischiato l’incidente diplomatico con la nave da guerra americana che ha dovuto deviare la rotta per non collidere con quella cinese.
Nel primo mattino europeo il rame quotato al London Metal Exchange era in perdita dello 0,2 percento a 6.138 dollari la tonnellata, mentre il rame di Shanghai si apprestava a chiudere in ribasso dello 0,1 percento a 48,310 dollari per tonnellata.
Nonostante la crescita esponenziale della domanda di veicoli elettrici in Cina, gli investitori continuano a guardare in negativo pesando ogni nuovo sviluppo nella trattativa commerciale tra Stati Uniti e Cina, ritenendo che da essa possa dipendere la ripresa della crescita economica mondiale.
Alle 17:30 ora italiana il rame quotato al COMEX perde lo 0,8% attestandosi a quota 2,77 dollari per libbra.
Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.