Il petrolio ha ripreso la sua corsa, con il prezzo del Wti sopra i 47 dollari e il Brent a 50,5 dollari al barile nella mattinata di oggi.
Grazie all’ottimismo derivante dall’inizio della campagna di vaccinazione in Regno Unito, e nonostante la ridotta domanda di benzina, il prezzo del petrolio greggio ha continuato il suo rally nella giornata di ieri, con il Wti che si è spinto a 47 dollari e il Brent che ha superato il traguardo dei 50 dollari al barile.
Nonostante i dati poco confortanti sulle scorte, evidentemente gli investitori continuano a concentrarsi sulle chance di ripresa nel medio termine e il prezzo del Wti continua a dare l’impressione di potersi spingere anche verso i 50 dollari, una resistenza tendenzialmente molto complessa da approcciare.
Il supporto per il greggio texano resta invece fissato a 43,5 dollari al barile, ma attualmente il momentum positivo lascia intendere che il prezzo possa continuare, nella peggiore delle ipotesi, a gravitare intorno ai 45 dollari.
Per il Brent occorrerebbe invece attendere una fase di consolidamento, dal momento che il prezzo di questo tipo di greggio è strettamente legato al contesto pandemico europeo, che non accenna a migliorare.
Ad ogni modo, anche per il Brent il momentum rimane positivo e la risorsa potrebbe adesso spingersi anche fino a quota 52,5 dollari nel breve periodo.
Il prezzo dell’oro è invece rimasto stabile nella scorsa seduta, attestandosi sempre intorno ai 1835 dollari l’oncia dopo il brusco calo di pochi giorni fa.
Restano quindi valide le previsioni precedenti, che confermano una tendenza lievemente ribassista fino a 1823 e poi 1810 dollari l’oncia, che rappresentano le imminenti fasce di supporto.
Non è nemmeno da escludere che il prezzo possa consolidarsi nella banda tra i 1830 e i 1840 dollari per i prossimi giorni, in assenza di importanti market movers.
Stabile anche l’argento intorno ai 23,9 dollari.
Anche il gas naturale, come il petrolio, ha innescato ieri un rally di buon livello, portandosi in serata in rialzo di oltre il +6% sulla soglia dei 2,55 dollari.
Il prezzo è cresciuto dopo i dati statunitensi che hanno mostrato un netto calo delle scorte, nonostante le temperature. Adesso, la resistenza più vicina è fissata a 2,69 dollari e il momentum potrebbe essere tornato positivo. Una fascia di supporto abbastanza solida, in caso di un ulteriore inversione di tendenza, è presente a quota 2,36.
Insieme alle misure annunciate, Christine Lagarde ha anche tratteggiato uno scenario di grave contrazione dell’economia nel quarto trimestre dell’anno, che ha pesato anche sui listini europei.
Così, il FTSE MIB di Piazza Affari, a Milano, ha recuperato solo nel finale perdendo il -0,25%, mentre il DAX30 di Francoforte ha chiuso in calo del -0,33% e l’Ibex-35 di Madrid del -0,64%.
Meglio il CAC40 di Parigi, che ha recuperato il crollo pomeridiano comune a tutti gli indici portandosi poco sopra il pareggio.
La settimana volgerà al termine quest’oggi con l’IPC tedesco, francese e spagnolo e con la produzione industriale italiana a Ottobre 2020 e il tasso trimestrale di disoccupazione.
Quest’oggi si terrà anche il report della Bank of England sulla stabilità finanziaria e i discorsi di Quarles, membro del FOMC statunitense.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.