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Petrolio, Speciale Analisi Hedge Funds – Troppi errori nel 2018

Da:
Armando Madeo

Cari traders, siete in perdita per colpa delle materie prime? Sappiate che non siete soli

oil pumps on sunset

I gestori dei fondi nel settore energetico hanno subito pesanti perdite lo scorso anno con scommesse sbagliate sui prezzi del petrolio e del gas naturale; le previsioni non sempre valide e la volatilità elevata hanno portato diverse hedge funds a chiudere i battenti. Il numero di fondi attivi focalizzati sull’energia è sceso a soli 738 nel 2018, un taglio netto considerando che nel 2016 erano circa 836, stando agli ultimi dati disponibili del tracker di settore Eurekahedge. Questo è il numero più basso di fondi attivi dal 2010.

Il numero di fondi incentrati esclusivamente sul petrolio o sul gas è sceso a 179 nel 2018 da 194 nel 2016. Tra i fondi che hanno sospeso le loro operazioni finanziarie ci sono nomi di alto profilo come il fondo macro di Jamison Capital, BP Capital di T. Boone Pickens ed il principale ramo di Andy Hall presso Astenbeck Capital Management, insieme a fondi di nicchia più piccoli come Casement Capital.

C’è un enorme declino nel numero di fondi e nessun ricambio generazionale”, ha detto David Mooney, fondatore di Casement Capital. “C’è stato un quasi ‘evento di estinzione’ tra gli hedge fund di materie prime. Avevamo circa 16 grandi hedge fund che commerciavano gas naturale a Houston qualche anno fa”, ha aggiunto “Quel numero è ora ridotto a pochi manager rimasti a galla.”

Alcuni fondi hanno visto gli investitori ritirarsi perché considerano sempre più l’energia come un asset pericoloso sul quale lasciare i loro soldi.

“Tutti gli hedge fund, comprese le materie prime, che vengono esaminati per ottenere prestazioni a breve termine sono sotto pressione”, ha affermato Jonathan Goldberg, fondatore di uno dei più noti hedge funds focalizzati sull’energia, BBL Commodities.

Glie hedge fund macro – quelli con strategie basate su ampi andamenti macroeconomici globali, come una scommessa sul rialzo dei prezzi del petrolio – sono stati tra i più colpiti, con un calo del 3,6% nel 2018. Questa è la performance annuale più debole dal 2011, quando tali fondi sono diminuiti del 4,2% , secondo l’indice macro Hedge Fund Research HFRIMI, un indice di settore chiave.

Fino a metà dicembre, i consulenti del commercio di materie prime (CTA) erano in calo del 7,1 per cento, secondo una stima di fine dicembre del Credit Suisse.

I fondi hanno subito pesanti perdite lo scorso anno, quando i prezzi del petrolio hanno iniziato un tonfo inaspettato a partire da Ottobre, tra le crescenti preoccupazioni per l’eccesso di offerta e l’indebolimento della domanda. I giacimenti petroliferi statunitensi hanno raggiunto il record di produzione di tutti i tempi lo scorso anno con oltre 11,5 milioni di barili al giorno.

A mettere ulteriormente in difficoltà i fondi c’è stato il forte aumento dei prezzi del gas naturale alla fine del 2018, a causa di preoccupazioni relative alle forniture invernali limitate, questo perché molti fondi avevano abbinato le scommesse sui prezzi bassi del gas naturale a quelle sul rialzo dei prezzi del greggio; una strage!

Le fluttuazioni dei prezzi in genere creano opportunità per i gestori di fondi di prendere un profitto, ma le mosse dei prezzi del petrolio e del gas hanno seguito un periodo prolungato di volatilità ed hanno colto di sorpresa i gestori di fondi. I prezzi del petrolio sono aumentati durante la maggior parte dell’anno e gli hedge fund hanno continuato a puntare su quote sempre più consistenti.

Gli investitori di hedge fund hanno affermato di non vedere migliorie nella situazione per i fondi di nicchia. Tra coloro che hanno avuto più difficoltà ci sono i fondi operanti sui contratti del gas naturale. A novembre, i futures sul gas naturale negli Stati Uniti hanno registrato la loro fase più volatile in nove anni e questa volatilità si è protratta in questi primi giorni del 2019.

Previsioni sul posizionamento degli Hedge Funds

Gli hedge fund hanno iniziato ancora una volta ad accumulare posizioni rialziste sul petrolio greggio e gasolio, tra il crescente ottimismo circa le prospettive per l’economia globale nel 2019.

Gli hedge fund e altri gestori di fondi hanno aumentato le loro posizioni long in future e opzioni di greggio Brent di 15 milioni di barili a 173 milioni di barili nella settimana fino al 15 gennaio. I gestori hanno alzato l’asticella sui contratti del Brent in cinque delle ultime sei settimane, per un totale di 36 milioni di barili dal dicembre scorso.

Sia sul Brent che sul WTI, la maggior parte dei nuovi acquisti proviene dalla chiusura di posizioni corte esistenti piuttosto che dall’apertura di nuove posizioni. Ne consegue che nelle settimane scorse, ovvero durante il quarto trimestre del 2018, abbiamo assistito al più grande sell-off mai registrato nella storia del greggio e del gasolio e questo ci suggerisce che molti gestori di fondi percepiscono che i prezzi hanno trovato un equilibrio, almeno temporaneamente.

La nuova ondata di acquisti di greggio e gasolio è ancora piccola e le posizioni nette sono ancora una frazione dei 500 milioni di barili di Brent e 126 milioni di barili di gasolio detenuti a Settembre. Ma tra gli investitori cresce l’ottimismo riguardo a un futuro accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina che potrebbe aiutare ad evitare una temuta recessione.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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