Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva twettato ieri ammonendo l'OPEC su un eventuale prolungamento dei tagli; intanto l'IEA pubblica il WEO 2018.
Grosse perdite superiori ai 2 punti percentuali per il Brent ed il WTI in questo Martedì 13 Novembre; i trader hanno mal digerito il tweet di ieri del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che aveva ammonito l’Arabia Saudita e gli altri membri del cartello OPEC su di un rinnovo dei tagli alla produzione. Trump ha anche sottolineato che i prezzi del greggio sono troppo alti e che devono essere inferiori in base all’attuale offerta globale.
In precedenza, l’Arabia Saudita aveva detto che avrebbe ridotto la fornitura di petrolio per il mese di Dicembre in risposta alla minore domanda. Nel frattempo, il continuo aumento della produzione statunitense ha creato preoccupazioni eccessive tra gli investitori. La produzione Statunitense è sui massimi e non si prevedono deterioramenti nel futuro prossimo secondo le stime.

Intanto il World Energy Outlook 2018 (WEO 2018) pubblicato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha ulteriormente innervosito un mercato già scosso dall’imprevedibilità e la poca coesione dei membri del cartello OPEC. Nel rapporto si dice che nel futuro gli investimenti in materia energetica saranno principalmente governativi e che i governi punteranno sempre più alle energie rinnovabili per questioni ambientali.
Mentre la geografia del consumo di energia continua il suo spostamento storico verso l’Asia, WEO 2018 trova segnali contrastanti sul ritmo e sulla direzione del cambiamento. I mercati petroliferi, per esempio, stanno entrando in un periodo di rinnovata incertezza e volatilità, compreso un possibile divario di offerta nei primi anni del 2020. La domanda di gas naturale è in aumento, cancellando il discorso di un eccesso poiché la Cina emerge come un consumatore gigante. Il fotovoltaico solare è “on fire”, ma altre tecnologie a basse emissioni di carbonio e in particolare le politiche di efficienza richiedono ancora una grande spinta.
In tutti i casi, i governi avranno un’influenza critica nella direzione del futuro sistema energetico. In base alle politiche attuali e pianificate, modellate nel Nuovo scenario politico , la domanda di energia è destinata a crescere di oltre il 25% fino al 2040, richiedendo oltre 2 miliardi di dollari l’anno di investimenti in nuove forniture energetiche.
“La nostra analisi mostra che oltre il 70% degli investimenti energetici globali sarà guidato dal governo e in quanto tale il messaggio è chiaro: il destino energetico mondiale dipende dalle decisioni del governo”, ha dichiarato il dott. Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE. “Elaborare le giuste politiche e incentivi adeguati sarà fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi comuni di assicurare gli approvvigionamenti energetici, ridurre le emissioni di carbonio, migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani ed espandere l’accesso di base all’energia in Africa e altrove”.
L’analisi mostra che il consumo di petrolio è in crescita nei prossimi decenni, a causa dell’aumento dei prodotti petrolchimici, del trasporto su gomma e della domanda di aviazione. Ma soddisfare questa crescita a breve termine significa che le approvazioni dei progetti petroliferi convenzionali devono raddoppiare rispetto ai loro bassi livelli attuali. Senza una simile ripresa degli investimenti, la produzione di scisti statunitensi, che si è già espansa a un ritmo record, dovrebbe aggiungere più di 10 milioni di barili al giorno da oggi al 2025, l’equivalente di aggiungere un’altra Russia alla fornitura globale in sette anni – quale sarebbe un’impresa storicamente senza precedenti.
Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.