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Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – Altra giornata di grande volatilità!

Da:
Armando Madeo
Pubblicato: Jan 31, 2019, 18:27 UTC

Brent e WTI crollano dopo i dati sulla produzione americana che vanno a vanificare gli sforzi prodotti dall'OPEC, con i tagli che secondo Reuters hanno raggiunto una conformità del 70%

Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – Altra giornata di grande volatilità!

Dopo i dati piuttosto positivi di ieri della Energy information Administration che hanno consentito al petrolio di guadagnare quasi due dollari in una sola seduta, quest’oggi il greggio ha prima guadagnato terreno, per poi annullarsi e tornare alla parità sulla scia delle notizie che maggiormente stanno influenzando l’andamento dell’oro nero.

Tra le notizie positive per i tori vi è il primo dato “ufficioso” sull’export dei paesi OPEC a Gennaio. Secondo il sondaggio Reuters l’offerta petrolifera dell’OPEC è crollata nel primo mese dell’anno di un quantitativo pari al peggior export in due anni, con l’Arabia Saudita e gli alleati del Golfo che hanno rispettato il patto di fornitura mentre con il gruppo Iran, Libia e Venezuela che hanno registrato un declino involontario dovuto ai fattori che ben conosciamo.

L’organizzazione dei 14 paesi esportatori di petrolio ha pompato 30,98 milioni di barili al giorno (bpd) questo mese, in calo di 890.000 bpd a partire da Dicembre e registrando così il maggior calo da gennaio 2017, secondo l’indagine Reuters. Un funzionario dell’OPEC ha detto che spera che tutti i membri possano presto mantenere i loro impegni e che il calo dell’offerta finora è accettabile, definendolo un “buon inizio”.

Con la notizia quest’oggi il petrolio greggio è salito a 62 $ al barile dopo un calo sotto i $ 50 a Dicembre, sostenuto dai tagli sauditi, una serie di barriere involontarie in altri paesi OPEC e la prospettiva di un’offerta inferiore dal Venezuela dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump questa settimana ha imposto sanzioni alla sua controllata statale.

L’OPEC, la Russia e altri non membri – un’alleanza nota come OPEC + – hanno deciso a dicembre di ridurre l’offerta di 1,2 milioni di barili dal 1 gennaio. La quota del taglio dell’OPEC è di 800.000 barili al giorno. A gennaio gli 11 membri dell’OPEC vincolati dall’accordo di limitazione delle forniture hanno raggiunto il 70% del tasso di conformità, secondo il sondaggio. Ulteriori cali in Iran, Libia e Venezuela hanno spinto il declino dell’OPEC a 890.000 barili al giorno.

La notizia negativa invece è arrivata nella tarda serata di oggi, con la pubblicazione da parte della Energy Information Administration delle nuove stime su base mensile (il rapporto precedente era su base settimanale) della produzione di shale oil americano.

Shale Oil

Per il mese di Novembre le stime parlano di una produzione ai livelli record di 11,9 m b/d; la precedente stima di Novembr era basata su dati settimanali ed era di 11.69 m b/d. Dopo la pubblicazione entrambi i benchmark del greggio hanno perso i guadagni di giornata.

Previsioni

Alle 19:30 il WTI è vicino alla parità, scambiando ora a quota 54,2 dollari per barile circa, dopo aver toccato un massimo di giornata a 55,37 dollari. Al di sopra dei 55 dollari il West Texas sta incontrando una resistenza molto forte, che i trader del petrolio ben conosceranno, avendo in passato più volte messo a dura prova i tori.

Allo stesso modo il Brent si è girato in perdita di quasi mezzo punto percentuale nella tarda serata italiana, dopo aver toccato un massimo di giornata a 62,47 dollari, un livello più basso rispetto al massimo di ieri. Ora il Brent scambia a 61 dollari per barile, ma la situazione muta velocemente a causa dell’aumento della volatilità dovuta a questi fondamentali.

 

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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