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Occhio alle commodity currency

Da
David Ruscelli
Pubblicato: Sep 18, 2016, 13:14 GMT+00:00

Per EurUsd prosegue la lenta fase di stagnazione delle quotazioni. Non c’è granchè da dire se non attendere cosa deciderà la Fed la prossima settimana. I

Occhio alle commodity currency

Per EurUsd prosegue la lenta fase di stagnazione delle quotazioni. Non c’è granchè da dire se non attendere cosa deciderà la Fed la prossima settimana. I dati macro continuano ad uscire con una certa debolezza di fondo e questo imbarazzerà e non poco una Yellen che a Jackson Hole poche settimane fa aveva mostrato un forte ottimismo in grado di giustificare il rialzo dei tassi. Difficile che in questo mese la manovra prenda corpo ma ancora più difficile potrebbe essere un’azione nel mese di dicembre qualora Trump si insedi alla Casa Bianca. Andando nello specifico dell’analisi tecnica di EurUsd  sono veramente pochi gli spunti. Analizzando un grafico di lungo periodo del Dollar Index notiamo come il Roc a 9 mesi è molto utile per intercettare l’entrata del biglietto verde in una fase di eccesso. Andare oltre un +10% in 9 mesi ha segnalato in passato eccessi rialzisti; se poi si saliva di oltre il 20% il top era praticamente cosa fatta. E’ quello che è successo nel 2015, ma anche nel 2012, 2010 e 2009. La buona notizia per il Dollaro è che questi eccessi bullish li stiamo smaltendo molto velocemente come dimostra il Roc a 9 mesi ora in territorio negativo. Se escludiamo il 2014 è quindi concreta la possibilità che non si veda una reazione del Dollar Index prima di un sacrificio ulteriore nell’ordine del 5/10%. Certamente però una fetta importante di ridimensionamento si è già vista e senza svalutazioni massicce del biglietto verde.

Attenzione all’andamento del Dollaro australiano. Una figura di testa e spalla ribassista sta prendendo forma con il cambio che sta adesso tentando di forzare la neck line posizionata a 0.752. Anche in caso di successo rimane la trend line rialzista in essere da gennaio a fare da sostegno, ma sotto 0.745 obiettivamente lo scenario per il Dollaro australiano comincerebbe a farsi critico. Formalizzata la figura di inversione sarebbe a quel punto possibile un affondo di almeno tre figure che riporterebbe l’Aussie in area 0.715, ovvero i minimi di maggio. Chiaramente i riflessi per i mercati non sarebbero indifferenti. Valute emergenti e materie prime soffrirebbero come l’Aussie vantando una correlazione molto stretta con la valuta oceanica ed essendo oggetto di speculative operazioni di carry trade. Scenario questo che prenderebbe corpo qualora i tassi americani mostrassero l’intenzione di salire oltre i livelli attuali.

Abbiamo più volte analizzato su queste pagina il rapporto di cambio NzdJpy soprattutto per la sua importanza strategica legata all’andamento dei mercati finanziari. Ebbene, l’illusione bullish di inizio settembre quando venne sfondato dal cross verso l’alto il livello di resistenza dinamico dettatto dalla trend line ribassista, sembra essere messa in discussione. Come si vede dal grafico infatti il mercato è ritornato sul luogo del delitto, ovvero in prossimità della resistenza di 74. A questo punto non ci sono alternative. O da qui si riparte verso l’alto catalogando il movimento recente come semplice return move sulla precedente resistenza ora supporto, oppure c’è il rischio concreto che venga abbattuta la mini trend line rialzista partita a giugno. Una negazione con contro rottura nella direzione opposta non sarebbe una bella notizia per i mercati finanziari.

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