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Metalli, Analisi Fondamentale – Occhio alle industrie minerarie

Da:
Armando Madeo
Pubblicato: Feb 1, 2019, 17:13 UTC

Con lo sguardo delle industrie minerarie andiamo a scoprire dove queste stanno investendo danaro per avere un quadro sui metalli da estrazione

Metalli

Per capire il sentiment delle aziende minerarie nei confronti delle materie prime  bisogna dare uno sguardo ai loro investimenti immediati e programmati sull’estrazione di quel particolare minerale. Un occhio ai bilanci può essere utile a capire se le principali aziende minerarie ritengono che i prezzi di quel metallo possano salire o scendere, e quindi mettere in evidenza entro quanto tempo si aspettano un ritorno economico.

Un analisi del genere può ad esempio suggerire che per il Rame il periodo di lateralità potrebbe ben presto terminare. Attualmente più di un terzo delle spese in conto capitale dei più grandi minatori mondali è dedicato al Dr. Copper, questo rispetto ai livelli del 20% o meno del precedente decennio. Un investimento di 1/3 del capitale contro 1/5 fa ben sperare per il futuro e potrebbe confermare le previsioni di deficit di offerta fatte da alcune analisti. Anche i l’alluminio, lo zinco e il platino sono attualmente molto in voga tra i minerari, mentre il minerale di ferro, il petrolio e i fertilizzanti sembrano essere fatalmente fuori moda.

Per avere un’idea di dove i dirigenti dell’industria mineraria stanno allocando il loro capitale, negli ultimi cinque anni Bloomberg ha raccolto informazioni sugli otto maggiori gruppi minerari che hanno una reale possibilità di scegliere dove spendere i loro soldi – Gruppo BHP, Rio Tinto Group, Vale SA, Anglo American, Glencore, South32, Risorse Vedanta e Risorse Teck.

Dall’analisi si evince che il rame sta divorando una quota molto ampia di budget degli investimenti aziendali in questo momento. Gli investimenti in alluminio e zinco sono in vero ancora più pronunciati. Mentre la spesa per il rame è ancora al di sotto dei livelli di cinque anni fa, questi due elementi sono più o meno allo stesso livello in termini di dollari spesi, nonostante il valore complessivo degli investimenti sia di circa un terzo di quello del 2013. Platinum e palladio si trovano grosso modo sullo stesso livello, il che testimonia che il recente boom dei prezzi del palladio è molto più che un mero caso o momento.

BHP, il massimo investitore del settore, ha un impatto esagerato sul quadro generale. Il declino delle sue vaste spese sul petrolio sotto la pressione degli azionisti, compresa Elliott Management Corp., spiega la maggior parte del crollo in quella categoria, nonostante le spese in corso da parte di Teck e Vedanta. E il rallentamento della spesa per il minerale di ferro da 21,3 miliardi di dollari a 5,3 miliardi di dollari tra dicembre 2013 e giugno 2018 è quasi interamente verso BHP, Vale e Rio Tinto, con un piccolo aiuto da parte di Anglo American.

La spesa in conto capitale rimane un utile correttivo in quei momenti in cui i minatori stanno cercando di vendere fumo. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche fatte da diversi minatori sul nichel durante la sua corsa fino a più di $ 15.000 a Giugno, nessuno sta spendendo soldi per estrarne di più – ad eccezione di Glencore, il cui deposito di Koniambo ha il pregio di essere insolitamente di alta qualità, quindi meglio in grado di sopravvivere a periodi di prezzi deboli.

Previsioni

Alle 18:00 ora Italiana scambiano in positivo il Palladio, che registra un +2% su base giornaliera ed un timido rialzo su base settimanale, il Nickel e lo Zinco saldamente sopra il punto e mezzo di guadagno su base giornaliera, ed il Piombo ed il Platino. Fra le migliori performance da inizio anno abbiamo il Palladio che in un mese ha portato a casa un +10% (dal 1 Gennaio) passando da 1197 dollari agli attuali 1327 dollari.

Sono invece in negativo il Rame, quasi prossimo alla parità e l’Alluminio. Il rame è rimasto più o meno stabile da inizio anno con una performance al rialzo di due punti percentuali.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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