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L’oro sfiora i $1300 all’oncia

Da
FX Empire
Pubblicato: Jul 13, 2013, 03:41 GMT+00:00

A cura di BullionVault L’oro chiude la settimana in positivo, con il fixing di venerdì pomeriggio a $1279,75, un rialzo del 5,2% rispetto allo stesso dato

L’oro sfiora i $1300 all’oncia

L’oro sfiora i $1300 all’oncia
A cura di BullionVault

L’oro chiude la settimana in positivo, con il fixing di venerdì pomeriggio a $1279,75, un rialzo del 5,2% rispetto allo stesso dato della settimana scorsa. In termini di Euro, il rialzo è stato più contenuto, a causa del rialzo della moneta unica sui mercati valutari: il 3,7% in più per un fixing di chiusura di €944,80.

Il primo rialzo della settimana si è visto martedì, quando il prezzo ha toccato i $1260 all’oncia. Per spiegare il movimento i trader hanno indicato i nuovi dati sull’inflazione in Cina che, al 2,7%, si sono rivelati più alti delle aspettative degli analisti. Sembra però che il rialzo avesse anche ragioni di origine puramente tecnica, ovvero alcuni stop-loss di chi è posizionato short che si sono innescati quando il prezzo ha cominciato a superare i $1240.

Il massimo settimanale è stato però toccato giovedì, dopo alcune dichiarazioni di Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, sulla possibilità di rallentamento della politica monetaria espansiva, il cosidetto tapering. Bernanke ha confermato che la banca centrale statunitense manterrà una “politica monetaria estremamente accomodante per il futuro prossimo, in linea con le esigenze dell’economia”. Tanto è bastato per far balzare il prezzo del 4% in poche ore, a oltre $100 all’oncia in più rispetto al minimo toccato a fine giugno di $1181.

Per quanto riguarda la domanda di oro fisico, le importazioni di metallo verso l’India sono scese dell’81% nel mese di giugno, rispetto al record di 162 tonnellate di maggio, a causa di nuove limitazioni imposte dal governo. Da segnalare che il 65% dei rivenditori in India sospenderà la vendita di lingottini e monete per sei mesi (permettendo quindi solo la vendita di prodotti orafi che ricordiamo in India vengono prodotti in oro puro a 24 carati), nell’intento di aiutare il governo a frenare le importazioni, secondo quanto confermato in settimana dalla All India Gems & Jewellery Trade Federation. Le importazioni di oro sono infatti la voce di bilancio più pesante in sfavore del deficit commerciale in India, e negli ultimi anni i governi si sono mossi con tasse e provvedimenti per sfavorire gli acquisti del metallo giallo.

In settimana, dopo la pubblicazione di un articolo sul Financial Times, si è aperta inoltre una discussione per quanto riguarda i tassi di interesse dei Gold Forward che sono tornati in territorio negativo dopo anni. Nell’ambito di un contratto di gold swap il lender (ovvero il prestatore) paga un interesse al borrower (che prende in prestito l’oro) in quanto quest’ultimo si fa carico delle spese di custodia e di assicurazione, e cede liquidità al lender, rinunciando quindi agli interessi sulla stessa. L’ultima volta che i tassi di prestito sono stati negativi è stato il 2008, subito dopo la crisi legata al crollo Lehman Brothers. È un evento che di norma viene indicato come segnale di mercato bearish.

Chiudiamo con l’indicazione del fixing per l’argento: con $19,66 all’oncia rimane sostanzialmente invariato rispetto alla settimana precedente.

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