Fondamentali Giornalieri sul Petrolio – Acquisti in copertura dopo le vendite aggressive di ieri

Difendendo i suoi successi durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente della Repubblica islamica Hassan Rouhani ha affermato ieri che i paesi firmatari dell’accordo sul nucleare del 2015 si sono confrontati al fine di programmare al più presto un nuovo tavolo di trattative.

L’aver detto che tutti i paesi firmatari si sono riuniti significa indirettamente che anche gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti nell’accordo di cui parlava Rouhani. Parlando prima di lasciare Teheran per l’Armenia Lunedì, Rouhani ha descritto le discussioni del P4 + 1 a New York il 25 settembre come “un passo significativo e un’azione decisiva”. 

Inizialmente, il patto includeva gli Stati Uniti e dopo la decisione del presidente Donald Trump di ritirarsi dal Piano d’azione congiunto globale (JCPOA) nel Maggio 2018, solo quattro dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono rimasti parte dell’accordo.

Robin Wright per il “The New Yorker” ha scritto ieri che è stato il presidente della Francia, Emmanuel Macron , ad andare a trovare il suo omologo iraniano, Hassan Rouhani , al Millennium Hilton Hotel, di fronte al quartier generale delle Nazioni Unite. Macron intendeva organizzare una conversazione telefonica a tre con Rouhani e il presidente Trump . Un team di tecnici è arrivato in albergo al fine di creare una linea sicura, in una sala riunioni al piano di Rouhani, per la chiamata alle 21:30 ora di NY. Macron avrebbe parlato di opportunità irrinunciabile per far incontrare i due, visto che entrambi si trovavano nello stesso posto e non era chiaro quando un evento del genere si sarebbe nuovamente verificato.

Macron sperava che la conversazione telefonica avrebbe gettato le basi per il primo incontro tra il presidente americano e quello iraniano, evento storico che non avviene da prima della rivoluzione di Teheran del 1979. L’accordo sarebbe saltato perché Rouhani e Zarif hanno preteso insistentemente che gli Stati Uniti devono prima promettere pubblicamente di revocare le sanzioni contro l’Iran. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, da parte sua, ha più volte affermato esplicitamente che non avrebbe mai accettato di annullare la sanzione come condizione preliminare per un nuovo ciclo di colloqui nucleari tra Teheran e Washington.

Previsioni

Secondo le ultime rilevazioni la produzione USA di petrolio greggio a luglio è scesa a causa degli uragani, ma anche di un declino che va avanti dal secondo trimestre dell’anno. Gli Stati Uniti hanno estratto 276mila barili in meno al giorno, scendendo sotto la soglia psicologica dei 12 milioni di barili per giorno, secondo i dati definitivi ed ufficiali della Energy Information Administration, che differiscono dai dati settimanali che sono previsionali e non definitivi.

A settembre sono anche scese le esportazioni di petrolio irachene.

Le esportazioni di petrolio iracheno sono scese a 3,576 milioni di barili al giorno (bpd) a settembre, in calo rispetto a 3,660 milioni di bpd del mese precedente, ha dichiarato il ministero del petrolio in una nota odierna. Le esportazioni dai terminal di Bassora del sud sono scese a 3.434 milioni di barili, in calo rispetto ai 3.468 milioni di barili di agosto.

Durante i primi scambi a Wall Street il West Texas Intermediate scambiava in rialzo di circa un punto percentuale a quota 54,66 dollari per barile. Il petrolio è rimbalzato su un importante supporto a quota 54 dollari e gli operatori hanno coperto acquistando contratti.