Euro Dollaro (EUR/USD), Previsioni: Il Supporto a 1,16 Inizia a Cigolare

Il cambio euro dollaro (EUR/USD) è scivolato nuovamente sotto la soglia di 1,16 nella giornata di ieri, dopo aver abbandonato il precedente tentativo di rialzo verso 1,1650 registrato il 14 novembre. L’andamento delle quotazioni appare ora più piatto e privo di slancio, segnalando un indebolimento della struttura tecnica.

La discesa sotto 1,16 potrebbe alimentare un incremento della pressione ribassista, con obiettivo immediato sul supporto intermedio di 1,1580. È proprio su questo livello che si concentra l’attenzione del mercato per la seduta odierna, poiché un cedimento deciso aprirebbe la strada a uno scenario più marcatamente ribassista, in grado di estendere la correzione verso aree di prezzo inferiori.

D’altro canto, il recupero stabile e duraturo del target a 1,16 potrebbe garantire una ripresa dei rialzi. Intanto, oggi al momento della scrittura, il cambio euro dollaro segna esattamente 1,1598.

Previsioni sul cambio euro dollaro

Il recente arretramento dell’EUR/USD è legato al rafforzamento del dollaro USA, sostenuto da dati macro migliori delle attese e da un sentiment di mercato più favorevole alla divisa americana.

Dal punto di vista tecnico, la rottura al ribasso di 1,16 ha aumentato la pressione sui compratori, con il mercato che ora guarda al supporto intermedio di 1,1580 come livello cruciale. Una violazione decisa di quest’area aprirebbe la strada a ulteriori discese verso 1,1565 e, in estensione, fino a 1,1520, che rappresenta un target di medio periodo individuato da diverse analisi.

Sul fronte opposto, un recupero sopra 1,1615 costituirebbe il primo segnale di riattivazione della fase rialzista, con obiettivo immediato a 1,1630 e successivamente a 1,1650. L’indicatore EMA a 50 giorni si trova esattamente a quota 1,16200 e rappresenta chiaramente un livello tecnico da tenere sott’occhio in caso di recupero al rialzo.

Il calendario economico di oggi

Il calendario economico di oggi parte con i prezzi alle importazioni ed esportazioni negli USA, insieme alla produzione industriale aggiornata.

Dall’Eurozona, invece, non si attendono dati macro di rilievo.

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