Tradotto con IA
I future azionari statunitensi hanno subito una forte discesa all’inizio di venerdì, dopo che il presidente Donald Trump ha riacceso le tensioni tariffarie, questa volta puntando su Apple e sull’Unione Europea. I future del Dow Jones Industrial Average sono crollati di 601 punti, ovvero dell’1,4%, mentre quelli dell’S&P 500 e del Nasdaq 100 hanno perso rispettivamente l’1,5% e l’1,8%.
Il ritiro del mercato è avvenuto dopo l’annuncio di Trump su Truth Social, secondo il quale gli iPhone venduti negli USA, ma prodotti all’estero, sarebbero soggetti a una tariffa del 25%. Le azioni Apple sono scese del 3% nelle contrattazioni pre-market. È la prima volta quest’anno che Trump prende di mira una specifica azienda con tariffe. A peggiorare le preoccupazioni degli investitori, ha anche proposto una tariffa globale del 50% su tutte le importazioni dall’UE a partire dal 1° giugno, giustificando la decisione con negoziazioni in stallo e un deficit commerciale in espansione.
La reazione del mercato di venerdì segue una settimana turbolenta, già messa a dura prova dall’aumento dei rendimenti obbligazionari. L’S&P 500 ha perso quasi il 2% fino a giovedì, il Dow del 1,9% e il Nasdaq del 1,5%. I rendimenti a lungo termine sono aumentati, con il Treasury a 30 anni che ha raggiunto il 5,161%, il livello più alto da ottobre 2023, mentre quello a 10 anni ha superato momentaneamente il 4,6%. I rendimenti si sono leggermente attenuati venerdì, ma rimangono elevati, poiché crescono le preoccupazioni che il rinnovato impulso tariffario possa riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Apple, punto di riferimento nel settore tecnologico e nel mercato in generale, si trova ad affrontare rinnovati rischi in termini di costi e catena di approvvigionamento se la minaccia tariffaria di Trump si concretizza. Il requisito che gli iPhone vengano prodotti in patria, altrimenti saranno soggetti a pesanti imposte, rappresenta una sfida significativa per il modello produttivo globale della società. Considerando che Apple incide in maniera rilevante sul peso del Nasdaq, ulteriori ribassi del titolo potrebbero trascinare l’intero settore tecnologico.
Gli investitori speravano che una pausa di 90 giorni negli aumenti tariffari avrebbe portato a una risoluzione delle controversie commerciali, ma i recenti commenti di Trump suggeriscono il contrario. Le tariffe proposte su UE e Apple accrescono le preoccupazioni legate all’inflazione, soprattutto dopo il recente declassamento del rating creditizio degli USA da parte di Moody’s, in seguito a preoccupazioni sulla salute fiscale. Tasse sulle importazioni più elevate potrebbero tradursi in un incremento dei prezzi al consumo, complicando le prospettive inflazionistiche e influenzando le decisioni della Federal Reserve.
L’ultimo colpo tariffario riaccende i timori di una guerra commerciale proprio mentre i mercati stavano iniziando a stabilizzarsi. I trader dovrebbero tenere sotto stretto controllo le ulteriori reazioni dell’UE e di Apple, gli sviluppi al Senato degli USA riguardanti la proposta fiscale di Trump, e qualsiasi commento della Federal Reserve sulle pressioni inflazionistiche collegate alla politica commerciale. I rendimenti obbligazionari e i titoli tecnologici rimangono i principali indicatori del sentiment nel breve termine.
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James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.