Cambio euro dollaro testa la resistenza a 1.1915 senza romperla, nonostante le notizie europee positive. Continua a pesare sul dollaro il niente di fatto nella riunione della FED, lasciando invariata la politica monetaria.
Nel breve termine ci si aspetta sul cambio euro dollaro un rialzo nel breve termine. La FED lascia la politica monetaria invariata, confermando la sua modifica una volta che i dati economici convergeranno verso obiettivi di crescita. Quindi la FED deve avere la pistola carica nel momento in cui si raggiungono gli obiettivi di crescita economica. Dalla conferenza stampa emerge che il dato più preoccupante è l’occupazione. L’inflazione è andata al di sopra del 2%. La FED continua ad affermare la transitorietà dell’inflazione che si sta avendo negli ultimi tempi. La Federal Reserve attende solo dati occupazionali migliori ed in crescita per poter procedere ad un possibile tapering.
Questa settimana il cambio euro dollaro non dovrebbe riservare altre sorprese. Purtroppo i dati sul PIL tedesco preoccupano. Si registra rispetto al trimestre precedente un incremento dell’1,5% contro una stima del +2%. L’indice dei prezzi all’importazione tedesco riporta un incremento del 12,9% contro una previsione del 12,8%. Su base annuale il PIL trimestrale risulta in aumento del 9,6%, come previsto dagli analisti.
In Europa il dato sull’inflazione annuale per il mese di luglio registra un incremento del 2,2%. La stima era del 2%, obbiettivo della BCE. I dati trimestrali ed annuali sul PIL europeo mostrano valori al di sopra delle aspettative. Si registra, rispettivamente, un incremento del 2% e del 13,7% contro previsioni di 1,5% e 13,2%. Alle 21:30 ci sarà la notizia del CFTC riguardante le posizioni speculative nette sull’euro.
Il cambio euro dollaro si avvicina ai minimi registrati nella settimana del 29 marzo, ma rimbalza sul livello 1.1751. La settimana con molta probabilità terminerà con un rialzo del cross al di sopra dello 0,7%. Il fiber testa la resistenza a 1.1915, ma la forza dei compratori non è stata sufficiente per romperla.
I volumi settimanali delle ultime sessioni sono quasi agli stessi livelli, indicando un certo assestamento del cambio. In questo momento l’RSI non ci dice niente trovandosi in una zona grigia. Ulteriore ostacolo è rappresentato dalla media a 21 periodi in corrispondenza di 1.1958.
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