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Analisi Fondamentale dei Metalli Preziosi – Azionario in sofferenza, Oro di nuovo sopra 1500

Da:
Armando Madeo
Pubblicato: Oct 2, 2019, 14:13 UTC

I dati macro-economici di ieri e quelli pubblicati oggi confermano le paure della vigilia ed alimentano l'avversione al rischio.

The busy streets of HongKong

Oggi come ieri i dati macroeconomici confermano un periodo di grande sofferenza per le principali economie del mondo. Dalla Germania è arrivata un’altra notizia che spinge sempre più al timore di una nuova recessione economica. I cinque principali istituti economici tedeschi hanno tagliato le loro stime sulla crescita della Germania per il 2019 e il 2020.

La preoccupazione sui mercati per l’economia statunitense erano iniziate già ieri dopo che l’Institute for Supply Management ha dichiarato che l’attività manifatturiera americana è scesa il mese scorso al suo livello più basso da più di 10 anni. I dati deboli hanno fatto crollare gli indici principali il primo giorno del quarto trimestre. Il Dow ha perso oltre 300 punti mentre l’S & P 500 è scivolato dell′1,2%, il più grande calo di un giorno dal 23 agosto.

Oggi si è replicati con i dati sulla variazione dell’occupazione non agricola. Ad aumentare poi ulteriormente le incertezze ci ha pensato il Primo Ministro Britannico, Boris Johnson, durante la sua prima conferenza del partito come primo ministro del Regno Unito. “Gli elettori ci stanno chiedendo di concentrarci sulle loro altre priorità – ciò che la gente vuole, ciò che i leavers vogliono, ciò che i restanti vogliono, ciò che il mondo intero vuole – è andare avanti”, ha detto. “Questo è il motivo per cui usciremo dall’UE il 31 ottobre. Facciamo Brexit: possiamo, dobbiamo e lo faremo.”

Johnson ha aggiunto che se il Regno Unito non riesce ad ottenere un accordo sulla Brexit a causa di quello che è “essenzialmente una discussione tecnica”, allora non c’è dubbio che la Gran Bretagna lascerà l’Unione senza un accordo. Sull’onda delle parole di Johnson il FTSE 100 ha lasciato sul parterre oggi 2 punti e mezzo percentuali. Male anche le altre borse europee con Milano, Francoforte e Parigi che perdono quasi il 2%. Apre in negativo anche Wall Street con perdite più contenute.

L’avversione al rischio è dunque tornata sul mercato mondiale a metà settimana, dato che i doppi rapporti di produzione degli Stati Uniti e dell’Europa martedì hanno spaventato i trader e gli investitori. L’attività manifatturiera negli Stati Uniti è rallentata al minimo di 10 anni a settembre, secondo l’Istituto di gestione delle forniture.

Previsioni

La tendenza al ribasso di questi giorni aveva portato l’oro nuovamente a toccare quota 1450 dollari per oncia; il sentiment negativo di questa settimana ha però lasciato nuovo spazio di manovra ai tori che ora sono pronti a caricare nuovamente e portare i prezzi al di sopra dei 1500 dollari per oncia. Attualmente i tori hanno il vantaggio tecnico nel lungo periodo ed i fondamentali sono fortemente a favore di una nuova risalita. La prima resistenza, una volta superata la soglia psicologica dei 1500, sarà a 1530 dollari.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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