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Petrolio, Analisi Fondamentale Giornaliera – I prezzi agganciano i massimi di Novembre 18

Da:
Armando Madeo
Aggiornato: Mar 18, 2019, 16:14 UTC

I prezzi del petrolio sono saliti al loro livello più alto toccando i prezzi di Novembre 2018, con il WTI in rialzo sopra i $ 59 dollari al barile ed il Brent sopra i 67 dollari.

oil pumps on sunset

L’instabilità in Venezuela e la crescente evidenza di un rallentamento dello scisto americano hanno spinto i prezzi verso l’alto.

I dati settimanali della EIA hanno mostrato lo scorso Mercoledì che la produzione di petrolio negli Stati Uniti è scesa a 12 mb per giorno, in calo rispetto ai 12,1 mb / g della settimana prima. Le cifre sono solo stime e sono arrotondate ai 100.000 bpd più vicini, ma offrono almeno un’indicazione che la crescita esplosiva potrebbe ora seriamente rallentare.

Nel mentre Guaido in Venezuela propone di liberalizzare il settore petrolifero. Il leader dell’opposizione nonché autoproclamato presidente venezuelano, Juan Guaido, sta lavorando sulla revisione del settore petrolifero del paese. Dovesse salire al potere, la sua proposta includerebbe l’indebolimento della PDVSA e un ruolo molto più ampio per le società del settore privato. Le riforme sarebbero simili a quelle apportate dal Messico negli ultimi anni e rappresenterebbero un cambiamento storico, anche se per ora Guiado sta ancora lottando per ottenere il potere.

L’OPEC ha ridotto la produzione di 221.000 barili nel mese di febbraio, una riduzione più modesta rispetto ai mesi precedenti. La maggior parte delle riduzioni proveniva dal Venezuela, che ha visto un calo dell’output di 142.000 barili al giorno. Nel frattempo, l’OPEC ha stimato che le scorte dell’OCSE sono aumentate di 22 milioni di barili a gennaio, ovvero 19 milioni di barili al di sopra della media quinquennale.

La capacità di riserva dell’OPEC è un “cuscinetto” per il mercato petrolifero. L’AIE ha affermato che, sebbene la crisi in Venezuela stia sconvolgendo il mercato petrolifero, i tagli alla produzione OPEC + hanno ricostruito la capacità di riserva, fornendo un “cuscinetto di offerta” in grado di compensare le turbolenze. “Gran parte di questa capacità inutilizzata è composta da petrolio greggio di qualità simile alle esportazioni del Venezuela”, ha affermato l’AIE . “Pertanto, in caso di una grave perdita di offerta dal Venezuela, il potenziale mezzo per evitare gravi interruzioni del mercato petrolifero è teoricamente alla portata di tutti”.

L’inviato principale dell’amministrazione Trump sulle sanzioni iraniane, Brian Hook, ha affermato che le deroghe concesse a otto paesi che importano petrolio iraniano potrebbero essere estese, a condizione che dimostrino riduzioni di acquisti. Gli Stati Uniti puntano a ottenere esportazioni di petrolio dell’Iran inferiori a 1 mb / g, una riduzione di circa il 20 percento rispetto ai livelli attuali, ma ben lontani da “zero”. I prezzi del petrolio più alti stanno costringendo il team di Trump. “Ha reso molto chiaro che dobbiamo fare una campagna di massima pressione economica … ma anche lui non vuole scioccare i mercati petroliferi, vuole assicurare un mercato petrolifero stabile e ben fornito”, ha detto Hook, riferendosi a Trump.

Anche se la produzione petrolifera della Libia è ai massimi pluriennali e potrebbe aumentare ulteriormente, la divisione del paese tra due governi potrebbe portare a una conflagrazione. L’esercito nazionale libico (LNA) ha accumulato numerose vittorie sul campo di battaglia, e gli analisti ora temono di poter rivolgere la propria attenzione alla capitale a Tripoli, dove il governo riconosciuto a livello internazionale non ha la forza militare per respingere un’invasione.

Previsioni

Nonostante il COT report di Venerdì abbia mostrato un timido posizionamento degli hedge fund sui principali strumenti petroliferi soggetti a contrattazione, le previsioni per il prossimo COT parlano di una sovraesposizione dei fondi speculativi nelle prime settimane di Marzo.

I prezzi dei futures del Brent al primo mese LCOc1 sono rimasti costanti nell’ultima settimana di febbraio e nella prima parte di marzo, dando ai fondi un piccolo incentivo per continuare a comprare a breve termine.

I gestori di fondi detengono ora quasi sei posizioni rialziste per ogni dollaro al ribasso, rispetto a un rapporto di 2:1 all’inizio di dicembre, ma ancora modesto rispetto al rapporto di 19:1 prima che i prezzi del petrolio iniziassero a scivolare agli inizi di Ottobre.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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