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Cosa sono gli stablecoin e perché interessano gli investitori

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jun 5, 2021, 19:53 UTC

Cosa sono gli stablecoin e perché interessano un numero crescente di investitori del comparto delle criptovalute? Scopriamolo in breve.

stablecoin

 

Il primo esempio di stablecoin è Tether, in particolare nella sua versione legata alla valuta statunitense USDT (Tether USD). Questo stablecoin per molti anni ha svolto il ruolo di sostituto del dollaro americano sulle piattaforme di scambio delle criptovalute, dove per motivi legali era complesso implementare lo scambio con dollari USA senza incorrere in sanzioni penali come accaduto alle prime piattaforme. Anche Bloomberg nel Crypto Outlook di giugno 2021 ha riconosciuto a questo stablecoin il ruolo di “dollaro digitale” di fatto. Ora le cose stanno un po’ diversamente, i principali scambi accettano anche le valute fiat, ma gli stablecoin continuano a svolgere un importante ruolo di connessione.

Cosa sono gli stablecoin e quale funzione hanno nel presente e nel futuro del comparto delle criptovalute? Ecco in sintesi alcuni spunti su cui aprire una riflessione più ampia.

Cos’è uno stablecoin?

Stable coin, significa moneta stabile. Stabile rispetto a cosa? Stabile perché generalmente legata ad una valuta a corso legale come il dollaro, e come sappiamo le valute fiat oscillano meno nel mercato forex, rispetto alla volatilità presente nel mercato delle criptovalute.

Proprio dalla alta volatilità delle criptovalute è nata l’esigenza di questa forma di moneta digitale ibrida, che unisce il mondo delle criptovalute alle tradizionali valute fiat: una sorta di ponte di connessione tra le due realtà.

Generalmente uno stablecoin è legato 1:1 alla valuta fiat, quindi avremo che 1 USDT o 1 USDC (USD Coin), valgono quanto un dollaro americano.

Da un punto di vista tecnico, invece, uno stablecoin non è molto diverso da un token ERC-20. La maggioranza di essi, infatti, viene generata utilizzando gli smart contract della piattaforma Ethereum, e da lì resi disponibili all’intero mercato. Ma anche altre piattaforme come TRON emettono stablecoin, e Tether infatti usa anche questa piattaforma per fare il “minting” (conio) di USDT.

Un accenno storico prima di chiudere il paragrafo per dire che la blockchain di Bitcoin, è stata la prima ad ospitare lo stablecoin di Tether sfruttando Omni Layer, una piattaforma per la realizzazione di asset sul sistema peer-to-peer Bitcoin. Non ha avuto molto successo a causa della bassa scalabilità della rete e per varie difficoltà tecnologiche.

Da dove deriva il valore degli stablecoin?

Il valore degli stablecoin, come accennato in precedenza, deriva dal collaterale sottostante a cui sono legati. Principalmente il loro valore è legato alle valute fiat come l’euro o il dollaro, quindi, 1 USDT vale quanto 1 dollaro statunitense.

Alcune stablecoin, tuttavia, hanno come collaterale le materie prime. Un esempio è pax gold, il cui valore è legato all’oro, quindi 1 PAXG vale quanto un’oncia d’oro.

Tipologie di stablecoin esistenti

Sul lato tecnico possiamo distinguere gli stablecoin nelle seguenti categorie:

  • valore legato alle valute fiat;
  • valore legato alle materie prime;
  • valore legato alle criptovalute;
  • algoritmiche.

Mentre le prime due tipologie le abbiamo descritte nel paragrafo precedente e appaiono ben chiare da dove derivano il loro valore, le altre due tipologie richiedono un minimo di approfondimento ulteriore.

Le stablecoin legate alle criptovalute usano un crypto asset come collaterale per la successiva generazione dello stablecoin. A gestire questo tipo di stablecoin è una applicazione decentralizzata presente su Ethereum, in cui l’utente blocca una certa somma di ether (ETH) e ne ottiene in cambio una determinata quantità di stablecoin calcolata sul prezzo di ETH nei mercati. Alla restituzione dello stablecoin, quest’ultimo viene bruciato mentre l’utente ritorna in possesso dei suoi ether al netto delle commissioni e degli interessi. MakerDAO con la sua stablecoin DAI, è basata su di un principio di funzionamento di questo tipo.

Le stablecoin algoritmiche sono la tipologia più complessa ma anche la meno utilizzata, perché fondamentalmente non hanno un collaterale su cui ancorare il loro valore. A garantire per esse sono gli algoritmi e gli smart contract che gestiscono la fornitura del token. Potremmo definirle le valute delle “banche centrali decentralizzate”, nel senso che proprio come una banca centrale ha il potere di emettere una valuta fiat (euro o sterlina, ecc.) senza legarla a nulla, così anche queste stablecoin vengono generate dal rispettivo DAO senza legarle al valore di un altro asset. Per questo motivo sono anche le stablecoin più volatili come dimostra il prezzo di AMPL.

I principali stablecoin per capitalizzazione di mercato

Qui di seguito una lista non esaustiva dei principali stablecoin disponibili sul mercato in ordine di capitalizzazione di mercato attuale:

  1. Tether (USDT)
  2. USD Coin (USDC)
  3. Binance USD (BUSD)
  4. Dai
  5. TrueUSD (TUSD)
  6. Paxos Standard (PAX)
  7. HUSD
  8. sUSD
  9. PAX Gold (PAXG)
  10. Ampleforth (AMPL)

Chi garantisce uno stablecoin?

La garanzia che uno stablecoin sia effettivamente legato ad un corrispondente asset da qualche parte, è una delle note dolenti.

Le aziende possono essere anche molto trasparenti fornendo dati continui, o pubblicando i report di audit esterni, tuttavia resta sempre un certo grado di incertezza dovuto al fatto che nessuno può verificare se 100 milioni di USDT corrispondono ad altrettanti USD depositati presso la banca X.

Fare trading con gli stablecoin è possibile?

Sì, è possibile fare trading con gli stablecoin grazie alle numerose piattaforme di scambio che listano coppie del tipo: USDT/BTC; BUSD/BTC; DAI/ETH; ecc.

Alcune piattaforme offrono anche la possibilità di scambiare tra loro gli stablecoin, è il caso della coppia USDT/USDC, BUSD/USDT, ed anche BUSD/USDC e molte altre.

Come comprare uno stablecoin?

Gli stablecoin si possono acquistare presso gli exchange scambiando una criptomoneta in cambio dello stablecoin, oppure utilizzando valuta fiat.

Le stablecoin legate alle criptovalute come multi-collateral DAI, di MakerDAO, può essere acquisita sulla piattaforma decentralizzata vincolando gli ETH di cui si dispone. In questo caso si tratta di una presa in prestito dello stablecoin e non di un vero e proprio acquisto. L’operazione richiede infatti il pagamento di alcune commissioni e di interessi sul prestito.

Come guadagnare dagli stablecoin

Alcuni servizi online dedicati al lending, riconoscono allettanti tassi di interesse a favore dei risparmiatori che depositano i propri stablecoin sui conti di tali aziende finanziarie.

I tassi di interesse annualizzati, da tempo offerti per le criptovalute, nel caso degli stablecoin possono superare il 10% a favore del depositante.

Quale futuro per gli stablecoin

Come anticipato in apertura della guida, gli stablecoin sono diventati un punto di giunzione tra le valute fiat e il settore delle criptovalute. Ancora di più, sono diventate il passaggio dalla moneta contante e quindi fisica, alla moneta digitale.

Le banche centrali hanno bene intuito questo loro ruolo e anche per questo motivo sono seriamente interessate a sviluppare una propria valuta digitale, nota come moneta digitale della banca centrale (CBDC). L’euro digitale è, ad esempio, la soluzione a cui pensa la Banca centrale europea (BCE) e che dal 2025 potrebbe presentare al pubblico i primi test reali. La potenziale migrazione delle valute fiat da un modello basato sul contante, ad un modello basato sulla moneta digitale a corso legale, potrebbe far venir meno l’utilità di uno stablecoin quale punto di connessione. Ma questa è solo una ipotesi che il tempo ci chiarirà se corretta o sbagliata.

Concludendo

Gli stablecoin sono un punto fermo del settore delle criptovalute, i loro vantaggi sono attualmente confermati dal crescente numero di servizi nati intorno a loro. Con molta probabilità sarà difficile farne a meno anche nel futuro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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