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Supply chain interrotta, sblocco previsto per secondo semestre 2022

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Dec 9, 2021, 08:49 UTC

La supply chain interrotta resterà tale ancora per un po', ma lo sblocco è previsto per il secondo semestre del 2022. Ecco i tre fattori chiave.

supply chain

La supply chain resta un problema per il commercio globale. Le rinnovate diffusioni del virus a macchia di leopardo, la politica cinese zero-Covid e la volatilità commerciale prevista durante il Nuovo Anno Lunare cinese, potrebbero continuare a mettere sotto pressione le catene di approvvigionamento.

Questo il parere dell’assicuratore di crediti commerciali Euler Hermes pubblicato in un nuovo rapporto giovedì 9 dicembre e riportato dalla Cnbc.

Cosa potrebbe portare alla normalizzazione del commercio mondiale? Secondo la previsione, la supply chain nella seconda metà del 2022 potrebbe beneficiare di tre fattori:

  1. il raffreddamento della domanda dei consumatori;
  2. livelli di inventario normali;
  3. una maggiore capacità di spedire le merci nei grandi centri logistici.

Bisogna mettersi quindi l’animo in pace, perché fino alla seconda metà del 2022 la situazione resterà impegnativa e a tratti critica.

La Cina, in particolare, con la sua politica zero-Covid, blocca qualsiasi attività se scopre un caso di positività e questo genera ritardi. Scoperto il caso covid-19, infatti, scatta lo screening di massa con tutto ciò che ne consegue in termini di tempistiche necessarie per completare l’operazione.

Euler Hermes fa notare che il problemi della supply chain mondiale sono da attribuire per il 75% all’attuale carenza di produzione di beni, mentre i vari colli di bottiglia lungo la catena di distribuzione, sono la causa del 25% della contrazione del volume del commercio globale.

I risparmi in eccesso stanno terminando

I risparmi in eccesso accumulati dalle persone non si sono ancora esauriti fa notare la società di assicurazione, ma si va verso l’esaurimento e di conseguenza verso la normalizzazione delle vendite.

“L’impressionante spostamento della spesa delle famiglie verso beni (durevoli) piuttosto che servizi, nel contesto di coprifuoco e serrate, dovrebbe essere molto più timido in futuro, anche nello scenario negativo di nuove epidemie di Covid-19”, si apprende dal rapporto citato da Cnbc.

Nelle economie avanzate, le famiglie, dopo avere acquistato beni durevoli, ora si stanno calmando anche perché il ciclo di sostituzione dei beni acquistati durante la pandemia è di almeno qualche anno.

Il problema delle scorte

Alla domanda repressa dalle chiusure, si è aggiunta anche la riduzione delle scorte nei magazzini delle imprese. Una riduzione dovuta a due motivi principali:

  1. le imprese per lunghi periodi sono rimaste chiuse e non hanno prodotto;
  2. le imprese hanno prodotto meno su una domanda crollata sensibilmente.

Adesso le imprese stanno provvedendo a riempire i magazzini di scorte di beni e questo, al termine della forte domanda, dovrebbe garantire una disponibilità maggiore.

Tale dinamica potrebbe contribuire anche a normalizzare i prezzi raffreddando l’inflazione. Anche se il raffreddamento non condurrà alla riduzione dei prezzi.

Capacità di spedizione

Tra le tante criticità, non va dimenticata quella che riguarda la scarsa disponibilità di container che ha contribuito anche all’aumento dei costi di spedizione delle merci.

I costi di spedizione sono previsti dal report alti anche per il 2022, ma si prevede che una maggiore capacità di spedire merci aiuterà a superare i colli di bottiglia nella supply chain.

 

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Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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